Page 102 - Profili di Storia
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                                                                                   Storie di vivi e di morti



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                      S. Donadoni (a c. di), L’uomo egiziano, Laterza, Roma-  abominio, là, e non v’è chi si armi contro il  ce «Benvenuto in salute e integrità!» a co-
                      Bari 1990, pp. 273 sg.              compagno. Questa terra che non ha nemi-  lui che giunge all’Occidente .
                                                                                                                     2
                                                          ci, tutti i nostri familiari vi riposano dal
                      Io ho udito quelle canzoni che sono nelle  tempo della Prima Volta . Quelli che ver-  1. Il tempo della creazione.
                                                                              1
                      tombe d’altri tempi e quel che esse dicono,  ranno in esistenza, a milioni di milioni vi  2. L’Occidente è il mondo dei morti.
                      magnificando l’esistenza in terra e spre-  verranno tutti quanti. Non può avvenire
                      giando il paese dei morti. Ma perché far co-  che uno si trattenga in Egitto, non c’è uno  GUIDAALLALETTURA
                      sì nei riguardi del paese dell’eternità, giu-  che non giunga qui. La durata di quel che  1. Come viene presentato l’aldilà?
                      sto, corretto e privo di terrori? La lotta è  si fa sulla terra è come un sogno; ma si di-  2. Come viene presentata la vita?






                     I vivi scrivono ai morti
                     Nel mondo egizio era comune la pratica di scrivere ai morti chiedendo loro di intervenire per re-
                     golare questioni urgenti in seno alla vita familiare. Spesso il testo di queste lettere era scritto su un
                     piatto di terracotta, sul quale probabilmente era posta l’offerta di cibo per il defunto che, avvici-
                     nandosi per nutrirsene, avrebbe avuto modo di leggere le richieste che gli erano rivolte. Talvolta
                     la presenza viva dei trapassati poteva, però, essere anche invadente e dannosa. In una lettera su
                     papiro affidata a una statuetta di donna che doveva fungere da messaggera per l’aldilà, un vedo-
                     vo scrive alla moglie morta. Egli ricorda i suoi meriti verso di lei, lamenta i torti che lei gli ha in-
                     flitto immeritatamente e la supplica di lasciarlo in pace.


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                      S. Donadoni (a c. di), L’uomo egiziano, Laterza, Roma-  mio cuore. Io verrò al giudizio con te, e si di-  capo medico, ed egli ti curò e fece quello
                      Bari 1990, pp. 273 sg.
                                                          scernerà il torto dalla ragione. Ma ora, guar-  che tu gli dicevi: «Fa’ questo».
                                                          da, quando io esercitavo gli ufficiali per l’e-  Quando io andai al seguito del faraone [...]
                      Allo spirito eccellente, Ankhiry.                                        andando verso l’Alto Egitto, e questo era il
                      Cosa ho fatto contro di te di male, da esse-  sercito del faraone e per la sua cavalleria, es-  tuo stato, io passai otto mesi senza mangia-
                      re in questa mala condizione in cui mi tro-  si venivano gettandosi col ventre a terra da-  re e senza bere come un uomo. E quando io
                      vo? Cosa ho fatto contro di te? Quel che tu  vanti a te, e portavano ogni buona cosa per  raggiunsi Menfi, chiesi licenza al faraone, e
                      hai fatto è che mi hai posto la tua mano so-  farne offerta davanti a te. Io non ti ho na-  mi recai al luogo in cui tu eri sepolta, e pian-
                      pra, per quanto io non abbia fatto nulla di  scosto niente nei tuoi giorni di vita, e non ho  si assai con le mie genti in cospetto della mia
                      male contro di te. Da quando io stavo con  fatto che tu soffrissi nessuna pena in tutto  contrada. Io detti stoffa di lino d’Alto Egit-
                      te come marito fino a questo giorno, che  quel che ho fatto con te come signore. Non  to per fasciarti, e feci che si facessero nume-
                      cosa ho fatto contro di te che si debba na-  mi hai trovato a farti torto come un contadi-  rose stoffe, e ho fatto che non si trascurasse
                      scondere? Che cosa ti ho fatto? Quel che  no, entrando in un’altra casa. Io non ho per-  niente di buono che non fosse fatto per te.
                      tu hai fatto è che io porti accusa contro di  messo che alcuno mi prendesse quel che io  Ora, guarda, io ho passato tre anni fin qui,
                      te. Che cosa ho fatto contro di te? Io avrò  avevo guadagnato con te. E quando mi si  abitando solo, senza entrare in un’altra ca-
                      un processo con te con parole della mia  collocò nello stato in cui sono, io divenni in-  sa , per quanto non sia opportuno che fac-
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                      bocca in cospetto dell’Enneade dell’Occi-  capace di andarmene secondo il mio uso, e  cia così chi è nelle mie condizioni. Ma,
                      dente , e si giudicherà fra te e me per mez-  mi trovai a fare quel che fa uno del mio stato  guarda, io l’ho fatto per te. Ma, guarda, tu
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                      zo di questo scritto, poiché le mie parole e  quando sta a casa riguardo i tuoi unguenti,  non distingui il bene dal male, e si giudi-
                      la mia lettera sono su di esso. Che cosa ho  ed egualmente le tue provviste, ed egual-  cherà te e me.
                      fatto contro di te? Io ti ho fatto mia moglie  mente le tue vesti. E questo era portato a te,
                      quando ero giovane. [...] Io son stato con  e io non lo ponevo in un altro posto [...].  1. Gli dèi del paese dei morti.
                      te, e non ti ho mai messo da parte, e non ho  Ma, guarda, tu non sai riconoscere il bene  2. Senza aver preso un’altra moglie.
                      fatto che il tuo cuore soffrisse. [...]  che ti ho fatto.
                      E chiunque venisse da me quando ero in tuo  Io scrivo per farti sapere quel che tu mi stai  GUIDAALLALETTURA
                      cospetto, non lo ricevevo, e per farti piace-  facendo.                  1. Che cosa rimprovera il marito alla moglie morta?
                      re, e dicevo: «Farò secondo il tuo deside-  Ora, quando tu sei stata malata di quella  2. Quali buone azioni nei confronti della moglie
                      rio». Ma ora, guarda, tu non lasci requie al  malattia che hai avuto, io ho fatto venire un  elenca il marito?


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