Page 58 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 58
un elenco che denuncia i giudeizzanti, i seguaci di
Maometto, gli alumbrados (illuminati), i protestanti, ecc.,
descrivendo nei particolari le parole o i gesti dai quali li si
può riconoscere. Questi editti vengono spesso adattati alle
varie situazioni; in una zona con un’alta densità di moriscos,
come è il caso di Guadix, tutto o quasi tutto verterà sulle
pratiche della religione musulmana. Viene accordato un
rinvio di alcuni giorni, oltre il quale le pene previste vengono
notevolmente aggravate.
L’indomani, domenica, l’editto della fede è di nuovo
solennemente proclamato nella chiesa di San Giacomo, in
presenza dell’inquisitore, di tutti i notabili cittadini e della
regione, dei dignitari della chiesa, e di una gran folla. Un
sermone segue la lettura dell’editto.
Il giorno dopo, nella stessa chiesa, l’editto viene
proclamato in algaravia dall’interprete Chacon, per i
13
moriscos convocati appositamente a questa «seduta».
Simultaneamente l’editto è proclamato in tutti i borghi
circostanti, nel marchesato di Zenete e nelle località del «rio
di Almeria che sono tutte piccole, affinché la gente accorra a
Guadix che è vicina». L’inquisitore visita Finana, il
marchesato di Zenete e ritorna poi a Guadix, dove essendo
scaduto il termine fissato dall’editto di fede, si proclama la
sentenza di scomunica, il martedì 8 dicembre «giorno della
Madonna». Tutte queste cerimonie si svolgono in un clima di
grande solennità. Ecco le istruzioni del Santo Uffizio al
riguardo: la sentenza deve essere letta durante la messa,
all’offertorio; il clero si rechi in processione, con la croce
velata di nero affiancata da due ceri, fino al pulpito dove
verrà letta la sentenza. Lì resti in silenzio sino alla fine della
lettura, poi ritorni all’altare; mentre le campane suoneranno
a morto, i chierici canteranno a voce bassa, ma
intelleggibile, in canto piano, a doppio coro alternato, il
salmo: «O Dio, non restare muto, ecco che i tuoi avversari
tuonano...». Dopo il salmo, sullo stesso tonò, vengono
pronunciati i versetti: «Vivi, noi siamo morti. Chi può
aiutarci, o Signore, se non tu giustamente adirato per i