Page 356 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 356

castigliana o aragonese e alcune famiglie di origine israelita

               avevano  rafforzato  quest’opposizione,  ma  Juan  Antonio
               Llorente insiste molto sulle resistenze del regno d’Aragona:
               «I  nuovi  convertiti  di  stirpe  ebrea  cominciavano  a
               preoccuparsi  e  a  sollevarsi  e  non  solo  loro  ma  anche
               numerosi  cavalieri  (caballeros)  e  persone  eminenti  che
               dichiaravano  che  questo  modo  di  procedere  era  contrario
               alla libertà del regno.» Il secondo capitolo di questo libro ha

               dato ampio spazio a queste resistenze che hanno una chiara
               collocazione,  lo  abbiamo  appena  detto,  sul  piano  politico.
               Ora,  la  politica  costante  di  Ferdinando  il  Cattolico  fu  di
               sostenere  ad  oltranza  l’Inquisizione,  contro  i  suoi  sudditi  e
               contro il Papa. Llorente l’aveva capito molto bene e i lavori
               di  Ricardo  García  Carcel  hanno  confermato  in  modo

               lampante questa tesi per il caso di Valencia. L’Inquisizione è
               stata  per  il  Re  Cattolico,  la  migliore  arma  contro  i  fueros,
               cioè l’agente più efficace dell’assolutismo. Rinviamo per più
               ampi particolari, a questo capitolo e alla recente edizione de
               l’Inquisition y los Españoles oltre che al libro già così spesso
               citato di García Carcel .
                                                  2
                  Ma la posizione di Ferdinando il Cattolico fu sostenuta in

               seguito  ininterrottamente  da  tutti  i  sovrani  spagnoli  fino  a
               Carlo  II.  Gli  avversari  dell’Inquisizione  poterono  fondare
               grandi  speranze  sul  principe  Filippo  il  Bello,  marito  di
               Giovanna           la      Pazza        (Filippo         I),     che       però        mori
               prematuramente.  La  morte  del  Re  Cattolico,  nel  1516,
               l’avvento  di  Carlo  di  Gand  (Carlo  I,  il  futuro  Carlo  V)  e  le

               Cortes  di  Valladolid  del  1518  furono  l’occasione,  come
               abbiamo già segnalato, di una fermissima manifestazione di
               opposizione al Santo Uffizio da parte dei rappresentati legali
               del  Regno,  e  il  cancelliere  Jean  Le  Sauvage  redasse  anche
               una  Prammatica  Sanzione  che  riformava  radicalmente
               l’Inquisizione  e  specialmente  la  sua  procedura,  abolendo  il
               segreto e l’inabilità così che i discendenti dei condannati non

               fossero  più  marchiati  d’infamia.  Il  testo  di  questa
               prammatica  aveva  ottenuto  l’adesione  delle  università,  dei
               grandi collegi e degli esperti consultati. La morte di Jean Le
   351   352   353   354   355   356   357   358   359   360   361