Page 328 - Storia dell'inquisizione spagnola
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ragione  per  il  suo  carattere  rituale,  la  prova  del  forte

               dominio  dei  demoni  sugli  indios,  come  i  francescani
               evangelizzatori  in  Messico,  come  fra  Toribio  di  Benevente
               Motolinia o fra Andrés de Olmos. Lo stesso accade ai civili,
               per esempio ai grandi storici come Bernal Diaz del Castillo in
               Messico o Pedro Cieza de Léon in Perù. La maggior parte di
               essi praticano la sodomia, particolarmente nei paesi caldi e
               sulle  coste  dove  «i  ragazzi  erano  vestiti  da  donna  e  si

               guadagnavano  la  vita  in  questa  diabolica  ed  esecrabile
               professione»  (Diaz  del  Castillo).  E  «Io  racconterò  un  gran
               danno  del  demonio  cioè  che  in  qualche  regione  peruviana,
               cioè nei villaggi vicini a Puerto Viejo e all’isola de la Puna, e
               solamente  là,  essi  commettono  il  peccato  abominevole»
               (Cieza de Léon).





                          Gli inizi dell’intervento inquisitoriale

                  L’Inquisizione inizia il suo intervento in questo campo nel

               clima  inaugurato  dalle  prammatiche  reali  del  1497.  Essa
               eredita  una  tradizione  penale  e  una  coscienza  popolare
               spietata rispetto alla sodomia e alla bestialità. Sembra che i
               Re Cattolici abbiano facilitato, volontariamente o no, questo
               intervento  facendo  riferimento  all’eresia  nel  testo  della
               stessa prammatica. Tuttavia, dal 18 ottobre 1509, un decreto
               del  Consiglio  supremo  dell’Inquisizione  ordina  ai  tribunali

               del Santo Uffizio di non discutere più casi di sodomia a meno
               che  non  coincidano  con  casi  di  eresia  inconfondibili.
               Purtroppo, ignoriamo le circostanze in cui fu emesso questo
               decreto,  senza  dubbio  conseguente  a  qualche  avvenimento
               preciso. Ma, nel 1524, un breve di Clemente VII permetteva
               ai  tribunali  del  Santo  Uffizio  del  regno  di  Aragona  di

               occuparsi  dei  casi  di  sodomia  e  di  bestialità.  Da  quel
               momento, e fino all’estinzione dell’istituzione, si ebbero due
               diverse  procedure:  i  tribunali  inquisitoriali  di  Barcellona,
               Saragozza e Valencia (ma non quello di Maiorca) diedero la
               caccia  ai  sodomiti  ed  ai  colpevoli  di  atti  bestiali,  mentre  i
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