Page 305 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Santo Uffizio:
«Bacio le mani alle Vostre Reverende Paternità e confesso
di essere [...] legittimamente sposata al cospetto della Santa
Madre Chiesa con Cristobal Ruiz [...] col quale ho convissuto
coniugalmente, sia pure per poco tempo. Egli è paralitico e
si muove con le stampelle. È entrato come oblato nel
monastero delle suore di san Salvatore, vicino a Burgos,
dove gli danno da mangiare in cambio dei servizi che può
rendere. Quando io lo vidi così mal ridotto, impossibilitato a
mantenermi [...] col suo consenso, l’abbandonai. Tornata
libera, sposai con promessa del presente Diego Suarez,
ancora vivente il mio primo marito, circa quattro anni fa [...]
e vivo con lui coniugalmente [...] Essendo stata informata di
aver commesso delitto di eresia e che spetta alle Vostre
Reverende Paternità darmi la penitenza [...] io le supplico di
ricevermi...».
L’inquisizione non fece nemmeno inchieste. La colpevole
abiurò de levi.
Il primo marito di Francisca Hernandez è scomparso poco
dopo il matrimonio. Forse è morto, e Francisca convola a
nuove nozze, a Toledo, dove tutti la conoscono e tutti sanno
che è sposata. Quindici giorni dopo viene denunciata al
Santo Uffizio, non dai testimoni della cerimonia, né dal
parroco di sant’Andrea che ha officiato senza poter ignorare
che il suo collega di Sant’Antolino, due strade più in là,
aveva celebrato il primo matrimonio, ma dai parenti del suo
secondo marito che non vogliono sentir parlare di questa
unione. Durante il processo ricompare anche il primo marito,
di ritorno dall’Italia, e dichiara di volersi riprendere la
moglie. Gli viene restituita dopo averla fatta abiurare de levi
e averla sottoposta a cento frustate.
Ed ora un uomo. Il povero diavolo non ha fortuna. Litiga
per questioni economiche con la prima moglie e il vicario
episcopale li separa. Egli si risposa. Alla fine del terzo anno
la seconda moglie, che fino a quel momento ignorava tutto,
viene messa al corrente della cosa. La sentenza di
separazione calma ben presto i suoi scrupoli, ma l’accusato