Page 307 - Storia dell'inquisizione spagnola
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siano  più  colpevoli.  È  solo  perché  si  sta  svuotando  un

               vecchio ascesso. Le pene d’altronde acquistano un carattere
               pubblico          che      prima        non       avevano:         sistematicamente
               l’autodafé. È chiaro il desiderio di dare degli esempi; si vuole
               fare pubblicità.
                  Cambia  la  sociologia  del  reo.  Incastrato  fra  leggi  più
               severe, un’Inquisizione  più  attiva,  una  Chiesa  più  vigilante,
               che, in Spagna, organizza rapidamente i mezzi di sicurezza

               previsti  dal  concilio,  indubbiamente  imbarazzato  anche  per
               la minore tolleranza della popolazione, il suo compito diventa
               più  difficile.  Il  delitto  si  mascolinizza:  due  uomini  per  ogni
               donna fra i colpevoli giudicati a Toledo prima del 1555, più o
               meno  la  stessa  proporzione  di  Calahorra  fino  al  1560.  Poi,
               molto  rapidamente,  la  presenza  femminile  diventa  rara,

               almeno  in  queste  regioni.  Senza  dubbio  perché  il  reo
               socialmente radicato, colui che celebra i suoi due matrimoni
               nello  stesso  distretto,  il  bigamo  in  buona  fede,  assai  bene
               rappresentato  prima,  come  abbiamo  visto,  tende  a
               scomparire.  Ormai  si  tratta  quasi  sempre  di  un  migrante,
               spesso  di  un  soldato,  a  volte  di  un  avventuriero.  Facilità
               materiale, minima assimilazione delle disciplina tridentina si

               uniscono per farlo cedere più facilmente alla tentazione.
                  Martín Diaz è un giovane galiziano di 26 anni. Come molti
               altri è emigrato a 15 anni, e, dopo aver servito bene i suoi
               padroni,  arriva  a  Madrid  nel  1570.  Sapendo  leggere  e
               scrivere entra come copista nello studio del licenziato de la
               Vega dove conosce una bella servetta. Ma lasciamo a lui la

               parola:
                  «Dopo  appena  due  o  tre  giorni  che  scriveva  in  quello
               studio, lo fecero salire in casa, dove si trovavano donna Ana,
               la sorella del licenziato, e una loro vicina, Isabel de Morales.
               Esse  fecero  venire  un  prete  di  cui  ignora  il  nome  e  una
               ragazza  che  prestava  servizio  nella  stessa  casa  e  che  si
               chiama  Ana  Hernandez.  Il  sacerdote  prese  la  mano

               dell’accusato e di Ana, ed egli non ricorda più le parole che
               essi  si  scambiarono  —  Interrogato  se  furono  parole  di
               matrimonio,  egli  dice  che  è  possibile,  ma  che,  per  il
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