Page 271 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 271

inquisitori di Toledo. Entrambi stanno per andare a visitare il

               loro distretto, uno ad Alcalá, l’altro a Talavera. Certamente
               queste  visite  sono  legate  alla  situazione  generale:  Alcalá  e
               Talavera fanno capo ambedue all’arcivescovato di Toledo, e
               la  presenza  di  inquisitori  è  indubbiamente  opportuna  al
               momento  dell’arresto  di  Carranza.  Inoltre,  uno  degli  scopi
               principali  della  visita  ad  Alcalá  è  la  pubblicazione
               nell’università  dell’editto  Valdés  del  1559  sui  libri,  una

               conseguenza diretta della presa di coscienza antiprotestante.
               Ma non si ha l’impressione di una situazione allarmante. La
               sede  del  tribunale  resta  affidata  a  un  sostituto  e  al  fiscale.
               Per poco.
                  Poiché  il  20  settembre  don  Diego  Ramirez  invia
               all’Inquisizione generale  un  biglietto  sibillino:  «Mi  scrivono

               da  Toledo  che  dei  manifesti  molto  preoccupanti  sono  stati
               affissi  su  alcune  case.  Faccio  ritorno  in  tutta  fretta.  Di  là
               informerò  Vostra  Illustrissima,  perché  in  questo  momento
               non so altro».
                  Il 26, nuova lettera alla Suprema: «Mentre ero ad Alcalá,
               mi  è  stato  scritto  da  Toledo  che  erano  stati  affissi  dei
               manifesti in favore dei luterani su alcune case, il che aveva

               provocato  una  grande  agitazione.  A  tale  notizia,  partii  da
               Alcalá e arrivai qui venerdì 22 (ha viaggiato a briglia sciolta:
               in  due  giorni  infatti  ha  percorso  più  di  90  chilometri)  e  mi
               interessai per sapere di cosa si trattava. Si sono fatte tutte le
               indagini  possibili  per  sapere  da  dove  provengono  questi
               manifesti.  Sono  tutti  scritti  dalla  stessa  mano.  Ne  invio  un

               esemplare a Vostra Signoria perché tenti di fare identificare
               la calligrafia. Ne invio altrettanti alle altre inquisizioni».
                  La Suprema ordina di ritrovare ad ogni prezzo i colpevoli.
                  Il 18 ottobre, Ramirez scrive sconvolto:
                  «Devo  informare  Vostra  Signoria  di  un  fatto  nuovo.  La
               settimana  scorsa,  sabato  14  corrente,  sono  stati  trovati  in
               cinque  cappelle  della  cattedrale  di  Toledo  cinque  manifesti

               come  questo  qui  unito,  e  non  si  sa  chi  ve  li  ha  messi  [...]
               Pioveva  molto  quella  notte  e,  sulle  porte  di  molte  case,
               ripartite in tutta la città, sono stati trovati domenica mattina
   266   267   268   269   270   271   272   273   274   275   276