Page 266 - Storia dell'inquisizione spagnola
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difendevano una buona causa». Era l’estate del 1558.
Il 21 maggio 1559 ha luogo il primo solenne autodafé nella
capitale della Vecchia Castiglia: trenta condannati, quindici
bruciati. Il dottor Cazalla, il baccelliere Herrezuelo, Juan de
Ulloa, commendatore di san Giacomo... Il principe don
Carlos in rappresentanza di suo padre, giura di difendere il
Santo Uffizio. Melchor Cano arringa gli astanti. Cazalla
mentre si avvia al rogo fa il suo ultimo sermone, esortando la
folla a prendere esempio da lui, disceso all’ultimo gradino
dopo aver predicato e insegnato ai sovrani a fuggire l’eresia
e a sottomettersi in tutto alla Chiesa romana.
La risonanza è enorme. La notizia, portata dai viaggiatori,
diffusa dalle molteplici relazioni manoscritte che vengono
immediatamente effettuate, si propaga in un lampo. Qualche
giorno dopo l’autodafé, Diego Soria si reca a Segovia per
affari. Lungo la strada tutti parlano dell’avvenimento. Egli ha
la fortuna di imbattersi in un testimone oculare, Sebastiano,
un vaccaro di Arenas, che interroga vivamente interessato:
«Sì, era lì, ma non ha potuto vedere niente. C’era tanta
gente che non ci si poteva avvicinare per un chilometro tutto
intorno. Dicono che c’erano molti caballeros prigionieri,
molti letrados, molte persone di alto rango». Nei racconti
popolari ricorre spesso questo elemento della condizione
sociale delle vittime. Tornato a Velada, Soria ripete a tutti la
notizia.
Due mesi dopo, l’autodafé di Valladolid ha già assunto
nella Nuova Castiglia una dimensione mistica, è diventato
l’atto antiluterano per antonomasia: Miguel Serra, Juan
Clavijo, sostengono che i condannati non erano colpevoli e
che essi vorrebbero essere dov’è Cazalla: Quest’ultimo
diventa un personaggio leggendario: ancora nel 1570,
l’Inquisizione di Logroño, condanna un uomo per aver detto
che Cazalla si era salvato nella setta ch’egli aveva
evangelizzato .
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Nella notte del 21 agosto scoppia il secondo fulmine. Il
Santo Uffizio arresta fra Bartolomé de Carranza y Miranda,
primate di Spagna, il vescovo più ricco della cristianità, l’ex