Page 265 - Storia dell'inquisizione spagnola
P. 265
Pamplona dove viene arrestato dagli agenti del Santo Uffizio
lanciati al suo inseguimento. Sulla strada del ritorno fu
necessario proteggerlo dalle popolazioni che volevano
linciarlo.
Questi avvenimenti preoccupano molto i sovrani. Lo si nota
dal cambiamento del loro atteggiamento verso l’Inquisitore
generale, Valdés che non era in buoni rapporti con la corona
per aver rifiutato di contribuire a un prestito forzoso sul
clero. Nel giugno del 1558, Filippo Il che si trovava nei Paesi
Bassi ed era stato male informato sugli ultimi sviluppi della
situazione in Spagna, gli impone seccamente di ritirarsi a
Siviglia. Ma da Yuste lo stesso Carlo V sconvolto scrive alla
Reggente e a suo figlio di appoggiare senza riserve
l’Inquisizione e di tenerla sotto mano. Immediatamente
Filippo ritorna sulla sua decisione e ordina a Valdés di
restare a Corte. Il 6 settembre gli scrive di suo pugno: «Vi
ringrazio molto per esservi preso a cuore questo problema,
la scoperta dei focolai protestanti. Gli avvenimenti vi
giustificano pienamente di non esservi allontanato dalla
capitale. D’altronde se foste stato a Siviglia, la gravità della
cosa vi avrebbe richiamato alla capitale». Non si parla più
del prestito forzoso e del suo infortunio .
10
Gli accusati erano veramente luterani? Data l’imprecisione
che vi è ancora, in quel periodo, in materia di teologia e di
disciplina ecclesiastica, è difficile stabilirlo. D’altronde, per
quello che ci interessa qui, la cosa è secondaria. Ciò che
importa è che Valdés, il re, l’imperatore e il popolo spagnolo
hanno riconosciuto o creduto di riconoscere Lutero dietro
Egidio e Cazalla .
11
La macchina inquisitoriale di repressione e di propaganda
si mette in moto. Gioca sul velluto. Nel complesso il paese è
sano. Dai primi arresti, l’affare di Valladolid è sulla bocca di
tutti. Diego Soria è sensale di cavalli a Velada, a 15
chilometri da Talavera de la Reina. Il suo vicino Juan Martín
racconta la scena: «Parlavamo dei luterani che arrestavano
allora a Valladolid, persone ricche, le più importanti di
Castiglia e colte. Diego Soria mi ha detto che forse essi