Page 259 - Storia dell'inquisizione spagnola
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francesi inviavano a Barcellona le opere di Lutero che di là

               venivano distribuite fino in Galizia.
                  Il  libro,  ma  anche  la  parola.  Abbiamo  già  raccontato  la
               storia di fra Bernardo.
                  «Entrai  da  un  barbiere.  C’erano  lì  tre  o  quattro  uomini  –
               dichiarò  poi  al  Sant’Uffizio.  –  Quando  videro  che  ero
               straniero, mi chiesero cosa sapevo di Lutero. Risposi che egli
               predicava che esiste un solo Dio, che in cielo non ci sono né

               santi, né sante, che non devono esserci né preti né monaci e
               che  i  preti  e  i  monaci  dovevano  sposarsi  con  le  suore;  che
               non bisogna confessarsi ai preti, ma solo a Dio, di fronte a un
               muro;  che  alla  messa  non  bisogna  leggere  il  Vangelo,  né
               mettere nelle chiese statue di santi, ma solo la croce...»
                  L’impressione  che  si  può  trarre  dallo  studio  di  Augustin

               Redondo è che, per l’Inquisizione, il luteranesimo rimane un
               problema  relativamente  lontano,  nella  misura  d’altronde
               della  sua  reale  influenza  nel  paese.  Dopo  l’allarme  gettato
               nei  Paesi  Baschi  dai  fatti  del  1523,  la  Suprema  scrive
               all’Inquisizione di Navarra per esortarla a visitare la regione.
               Bisognerà  insistere  perché  i  giudici  si  mettano  in  viaggio.
               Nello  stesso  anno  viene  arso  a  Maiorca  per  luteranesimo

               Gonsalvo  el  Pintor.  Era  costui  veramente  un  discepolo  di
               Lutero, o trascurava semplicemente i propri doveri religiosi?
               A ragione Lea propende per questa seconda ipotesi: l’hanno
               etichettato luterano perché non andava a messa .
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                  Il  periodo  1527-1535  sembra  segnare  un  irrigidimento
               nella  repressione.  Nel  1527  infatti  troviamo  il  più  antico

               processo conservato negli archivi dell’Inquisizione di Toledo
               in  cui  si  accenni  a  Lutero:  Gonzalo  Mexia,  notabile  di
               Esquivias,  viene  condannato  a  una  multa  di  100.000
               maravedis  per  averlo  difeso  e  per  aver  parlato  contro  le
               decime.  Non  ne  facciamo  un  martire  della  Riforma:  egli
               lodava anche il Gran Turco e spiegava volentieri in termini
               molto  licenziosi  che  era  normale  far  vivere  sotto  lo  stesso

               tetto, insieme alla legittima consorte, la propria concubina,
               perché se esistono le donne è per fare all’amore con loro. Di
               Lutero probabilmente non sa un gran che, ma il suo nome è
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