Page 235 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Della bestemmia
Paradossale atteggiamento quello degli inquisitori di
fronte alla bestemmia. Ufficialmente il disprezzo. «Qualche
bestemmia e qualche espressione poco felice di persone di
bassa condizione» scrive sprezzantemente un inquisitore di
Toledo. «Finora non è successo niente di importante di cui io
debba informare Vostra Signoria.» «Tutto dimostra una
buona cristianità» ribadisce uno dei suoi colleghi che
giudicava parecchie decine di bestemmiatori ogni mese. E
tuttavia... 594 casi conservati negli archivi di Toledo. Più dei
bigami, più dei maomettizzanti o degli stregoni . Si tratta
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forse di un caso particolare? Ma quando nel 1539
l’inquisitore Olivas visita la contea di Biscaglia, riporta fra i
suoi bagagli sessantanove processi per bestemmia: fra tutti i
delitti il più rappresentato... Esso da solo fornisce
l’argomento di un quarto delle cause giudicate
dall’Inquisizione di Calahorra fra il 1546 e il 1550,
superando di gran lunga i conversos, i moriscos e i
superstiziosi che, tutti insieme, raggiungevano solo 10% del
totale. E se anche i giudici perseguono la bestemmia,
bisogna riconoscere, da quanto emerge dai loro rapporti, che
dedicano alla sua repressione la maggior parte della loro
attività.
Questa importanza, infatti, è circostanziale. Noi possiamo
citare solo il caso di Toledo, ma lo riteniamo
rappresentativo .
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Quasi tutti i bestemmiatori sono giudicati dal tribunale fra
il 1530 e il 1550. Verso il 1560, si verifica una brusca
inversione, un crollo del numero degli incriminati. Nel
momento preciso in cui il delitto molto simile di
«Proposizioni» incomincia a manifestarsi e raggiunge il suo
massimo. È difficile non stabilire una relazione fra i due fatti,
è come se l’uno fosse cresciuto a spese dell’altro. Si direbbe
che la persecuzione dei bestemmiatori sia stata un ripiego
nel momento in cui non c’era altro da fare e che
l’accumularsi di compiti più urgenti l’abbia relegata in