Page 194 - Storia dell'inquisizione spagnola
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ricacciarle nell’oblio, comprova una volontà di sapere che lo

               storico ha il dovere di problematizzare.
                  Si  tratterà  dunque  di  dare  la  parola  alla  stupidità...  e  di
               vedere.
                  Non bisogna credere che al tempo delle ilusas gli spagnoli
               condividessero la tendenza del Santo Uffizio ad individuare
               la stupidità femminile.
                  Così  nel  Seicento  Filippo  IV,  debole  e  tormentato,  è

               circondato  di  consigliere  spirituali:  suor  Maria  de  Agreda,
               delicata  epistolografa,  è  un’ispiratrice  discreta,  mentre
               madre Luisa de Carrion è conosciuta e venerata da tutta la
               Corte. Quest’ultima aveva fondato a Carrion de los Condes,
               nella provincia di Palencia, una confraternita (hermandad) di
               devoti, sostenitori dell’Immacolata Concezione di Maria, che

               contava, nel 1625, 40.000  seguaci  fra  cui  Filippo  IV,  i  suoi
               fratelli,  l’Infanta  che  veniva  educata  presso  la  Descalzas
               reales , il principe Filiberto di Savoia, cinque cardinali e oltre
                         *
               150 conventi.
                  Considerata santa nelle due Castiglie per i miracoli che le
               erano attribuiti e che tre volumi manoscritti divulgavano, la
               gente  si  disputava  i  brandelli  dei  tessuti  ch’essa  toccava  e

               così le medaglie e le immagini pie che la rappresentavano.
                  Nel 1634, l’Inquisizione si preoccupa di questa popolarità
               e  dell’ortodossia  dei  discorsi  della  suora.  Sottoposta  a
               processo dal tribunale di Valladolid per impostura e sortilegi
               (impostura  y  hechizos),  madre  Luisa  da  Carrion  morì  di
               morte  naturale  nella  sua  cella  a  settantasei  anni,  il  28

               ottobre  1630,  prima  della  sentenza  definitiva.  È  così
               popolare che all’Inquisizione occorreranno dodici anni dalla
               sua condanna per distruggere il culto di cui era fatta oggetto
               fin nella lontana Cadice.
                  Le  donne  s’impossessano  di  questa  moda.  Donne  che
               trovano  nell’«io»  della  liberazione  intima,  una  promozione
               individuale; non più sposa-madre, religiosa o prostituta, ma

               soggetto della propria scelta.
                  Promozione contrastata dalla Chiesa poiché le donne non
               hanno diritto  alla  parola.  Teresa  di  Ávila,  dilaniata  dal  suo
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