Page 141 - Storia dell'inquisizione spagnola
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Abrabanel, che aveva finanziato la conquista di Granada.
Il problema dei conversos era diventato ormai scottante,
perché mascherava l’eresia. Ma per quanto l’odio popolare si
scatenasse su questi Nuovi Cristiani, essi facevano parte
integrante della società spagnola in cui avevano un ruolo
importante per la loro potenza finanziaria e intellettuale. Già
la propaganda antisemita e anticonversa incoraggiata dai
predicatori, in particolare da don Alonso de Hojeda, priore
domenicano di Siviglia, aveva persuaso Isabella la Cattolica
a istituire, quattordici anni prima, un apparato inquisitoriale.
Dal momento del suo insediamento, il tribunale del Santo
Uffizio agì rapidamente. In seguito a una tentata congiura
fomentata da un notabile Nuovo Cristiano, Diego de Susan,
allo scopo di salvaguardare l’onore e il predominio dei
conversos, il 6 febbraio 1481 si celebrò a Siviglia il primo
autodafé. Nel corso di questa cerimonia, sei persone salirono
sul rogo, tutti ricchi cittadini che avevano ricoperto cariche
onorifiche. Di fronte all’offensiva inquisitoriale, i conversos
tentarono di lottare disperatamente: l’assassinio di Pedro de
Arbués, inquisitore di Saragozza, la notte del 15 settembre
1485, non era che la conseguenza della disperazione dei
Nuovi Cristiani. Costoro, dopo l’insediamento del Santo
Uffizio vivevano nel terrore, incapaci di ribellarsi
apertamente all’arbitrio degli arresti e al moltiplicarsi degli
autodafé da parte del tribunale inquisitoriale. Ma l’assassinio
di Arbués fu un grave errore politico dei conversos, poiché,
fra il 1486 e il 1503, l’Inquisizione aragonese pose fine alla
loro influenza politica e sociale perseguitandoli senza tregua.
Nel corso di questi sedici anni gli autodafé si succedettero.
La classe ricca, colta e dirigente di Saragozza fu colpita al
cuore dalla condanna di molti suoi membri. Le famiglie nobili
di Nuovi Cristiani non sfuggirono a questa sorte: la famiglia
Santangel, che deteneva da più di mezzo secolo alcuni posti-
chiave del governo aragonese, ebbe quindici membri
giudicati dal Santo Uffizio, fra cui Luís, che era stato armato
cavaliere da Giovanni II, e suo cugino, finanziatore della
spedizione di Cristoforo Colombo. In questo periodo,