Page 142 - Storia dell'inquisizione spagnola
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sessantotto persone salirono al rogo, cioè il 42% dei
condannati, e nella maggior parte dei casi, essi non
appartenevano al mondo dei piccoli artigiani, ma a famiglie
che figuravano ai più alti gradi della gerarchia sociale.
A Maiorca, il tribunale infieriva: dal 1488 al 1499,
pronunciò 347 condanne alla pena capitale, senza provocare
alcuna reazione da parte della grossa comunità conversa
stabilitasi nell’isola. In Castiglia accadeva la stessa cosa: i
primi dodici anni dell’attività del tribunale inquisitoriale
furono l’espressione di un conflitto di razze e di classi senza
confronto in tutta la storia spagnola. Per questo motivo,
molti giudeizzanti preferirono la fuga e l’esilio; all’autodafé
celebrato il 10 giugno 1491 a Barcellona, tre persone
salirono sul rogo, e centoventisèi furono condannate in
contumacia.
Il decreto del 31 marzo 1492 non risolse il problema
dell’unità religiosa. La coesistenza ancora ammessa fino al
1506 del cattolicesimo e dell’islamismo non favorì la rapida
integrazione delle usanze e delle culture differenti. Contribuì
al contrario all’irrigidimento della politica del Santo Uffizio.
L’esempio di Valencia è caratteristico. In seguito alle
prediche di san Vincenzo Ferrer, all’inizio del sec. XV, la
numerosa comunità ebraica, formata da mille famiglie, si era
in maggioranza convertita, creando un nuovo problema di
eresia: il giudaismo. Nella prima metà del Quattrocento si
ebbero da trenta e quaranta processi di eresia e nel corso
del secolo seguente parecchie centinaia di giudeizzanti
salirono sul rogo.
Dopo la morte di Torquemada nel 1498, il nuovo
Inquisitore generale, don Diego de Deza, continuò nella
stessa linea politica. Il Cinquecento iniziò sotto il segno della
repressione e dell’intolleranza: il tribunale di Valencia
giudicò 15 casi nel 1496, 63 casi nel 1499. La scoperta della
sinagoga nella casa della coppia Salvador Vivés e Castellana
Guoret, zii di Luís Vivés, nel gennaio del 1500, fornì al Santo
Uffizio la prova dello stato di eresia in cui vivevano i
conversos. Per meglio smascherarli, gli inquisitori