Page 123 - Storia dell'inquisizione spagnola
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riconoscerli. Prendiamo, fra molti altri, il processo del
trigamo Martin Escribano che si celebra a Valencia fra il
1658 e il 1660. Il Santo Uffizio ha accumulato 23
testimonianze a carico di Escribano. Quando il 23 febbraio
1660, ha finalmente luogo la «pubblicazione» delle
testimonianze, i giudici si limitano a numerarle e a darne
lettura all’accusato, con la sola indicazione della data della
deposizione.
Immaginiamo ora il dramma di un comune accusato. Non
si tratta di un eretico convinto, con una sua opinione
originale, che conosce perfettamente i motivi del suo
arresto; nemmeno di un criptogiudeizzante colto che deve
temere soprattutto le denunce dei suoi parenti, e nemmeno
di un bigamo che ha cambiato nome e può facilmente capire
di che cosa lo si accusa. Si tratta piuttosto di un uomo un po’
rozzo, che ha bestemmiato nei momenti di collera o che ha
fatto dei discorsi compiaciuti sulla fornicazione, che un
giorno si è permesso di sostenere che lo stato dei coniugati
valeva bene quello dei religiosi. Oppure di una donna
analfabeta che una volta si è azzardata a consultare la
fattucchiera e le ha chiesto un filtro d’amore; o di una donna
già matura, eccessivamente devota, ossessionata
dall’angoscia della salute eterna, che raduna intorno a sé
altre donne per pregare e meditare, per avvicinarsi più
direttamente a Dio. Per questi uomini e queste donne,
l’arresto da parte degli Ufficiali del Santo Uffizio è stato un
fulmine a ciel sereno. Ed eccoli ora comparire davanti al
temuto tribunale dopo una detenzione di molti giorni, o
anche di molti mesi se è stato necessario interrogare
testimoni lontani o provvisoriamente assenti. Sono rimasti
isolati dal mondo esterno, senza notizie della loro famiglia, in
preda ai loro terrori, alle insidie della loro immaginazione.
Ecco ora che il solenne apparato del tribunale circonda gli
accusati.
Prima di tutto si chiede loro di giurare, di promettere
quindi sotto giuramento di mantenere il segreto
dell’istruttoria, di dire la verità. Li si interroga sullo stato