Page 184 - Federico II - Genio dei tempi
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Bonifacio VIII e la disfatta politica della chiesa
Lo scontro tra papato e impero, e più in generale tra papato e potere
temporale, non si chiuse certo all’epoca di Federico. La storia medievale
conobbe ancora momenti di aspro e drammatico scontro, assai fertili
per lo sviluppo del pensiero politico. In particolare, vi furono ancora due
accesi contrasti che vanno raccontati. Il primo si svolse a cavallo tra la
fine del Duecento e l’inizio del Trecento ed ebbe come protagonisti il re
di Francia, Filippo IV il Bello (che governò dal 1285 al 1314), e uno dei papi
più decisi e forti del medioevo, Bonifacio Vili (1294-1303).
La tensione tra Filippo e il pontefice si sviluppò per ragioni economiche.
Impegnato nella guerra contro l’Inghilterra, il re francese aveva bisogno
di denaro. Perché non sottoporre a tassazione i cospicui beni della
chiesa francese? Ma la reazione del papato non si fece mancare e con
la bolla Clericos laicos (1296) negò al re tale diritto. Filippo a sua volta
vietò l’esportazione di oro e di argento. Ma già l’anno successivo le
parti trovarono un accordo, che consentiva ai francesi di chiedere aiuti
economici al clero.
Lo scontro si spostò sul piano politico nel 1301, quando re Filippo fece
incarcerare il vescovo di Pamiers e Bonifacio protestò rivendicando
l’autonomia giurisdizionale del clero. La situazione si aggravò rapidamente
perché a più riprese il pontefice accusò Filippo di perseguitare il clero
francese e ribadì la propria posizione di giudice supremo dei cristiani.
A tale scontro politico si accompagnò una ricchissima produzione di
pamphlets da una parte e dall’altra. Il punto più alto della polemica fu
raggiunto dalla stesura della bolla papale Unam sanctam (1302). Questo
importante documento della Curia pontificia esprime pienamente l’ideale
di potere supremo e indiscutibile del papato che a partire da Gregorio
VII era venuto maturando. Si tratta quindi di un documento politico in cui
il papato medievale, paradossalmente a qualche momento di distanza
dalla sua maggior perdita di prestigio, concentrò la propria ideologia sul
rapporto tra i poteri. Affermava la bolla che:
Il Signore, agli apostoli che, parlando, dicevano: «ecco due spade»,
riferendosi alla chiesa, non rispose: «sono troppe», ma «bastano». E chi
dice che la spada temporale non è in potere di Pietro non presta bene
attenzione alle parole del Signore: «Rinfodera la tua spada». Perciò
entrambe appartengono al potere della chiesa, la spada spirituale e
la spada materiale. Ma la seconda è a vantaggio della chiesa, mentre
la prima viene esercitata dalla chiesa. Quest’ultima è nella mano del
sacerdote, l’altra è in mano ai re e ai soldati, ma obbedisce all’assenso
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