Page 218 - Per la difesa dello Spiritismo
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studio del Livermore, con la camera chiusa a chiave, e le mani della
          medium strette in quelle dello sperimentatore. Ciò posto, rilevo che
          se   anche   si   presupponesse   che   al   Livermore   fosse   sfuggito   il
          controllo della medium, od avesse trascurato di chiudere la porta,
          permettendo ad un «compare» d’introdursi furtivamente a fungere da
          fantasma, anche presupponendo tutto ciò, non si perverrebbe a dar
          ragione   dei   fatti,   visto   che   un   «compare»   non   avrebbe   potuto
          innalzarsi fino al soffitto, per indi scendere dolcemente e sparire
          istantaneamente dinanzi agli sperimentatori.
                 Tenuto conto che i fenomeni di «levitazione» in piena luce
          del fantasma materializzato, presentano un’efficacia persuasiva a tutti
          accessibile, nel senso della loro genuinità supernormale, m’induco a
          ricordare ancora che nella seduta del 4 ottobre 1861, il Livermore
          riferisce: «Indi venne la volta di mia moglie, che si manifestò  in
          piena   luce,   e   in   tutta   la   sua   bellezza.  Si   librava   in   aria,   e
          sorvolando quietamente per la camera, passò rasente al tavolo, vi
          strisciò sopra coi lembi della sua veste, spazzando via cartoncini,
          matite ed ogni cosa». Quest’ultimo particolare è prezioso, giacchè
          se i lembi della veste del fantasma, strisciando sul tavolo, spazzarono
          via quanto ivi era deposto, tutto ciò significa che non poteva trattarsi
          di un’allucinazione dei convenuti, e neanche trattarsi di un fantasma
          telepatico. Ne deriva che il fenomeno esposto non vale soltanto ad
          escludere in guisa definitiva l’ipotesi della frode, ma vale altresì ad
          escludere altrettanto categoricamente l’ipotesi allucinatoria.
                 Nella seduta del 12 novembre 1861, si manifestò il fantasma
          materializzato   di   Franklin,   seduto   al   tavolo,   di   fronte   agli
          sperimentatori; e il Livermore osserva: «La luce era così vivida, e
          quell’uomo appariva così reale, che la sua ombra si proiettava sul
          muro come se si fosse trattato di persona vivente». Rilevo che in
          quella   medesima   seduta   il   fantasma   di   Franklin   si   mantenne
          materializzato   per   un’ora   e   un   quarto   ininterrottamente,   mentre
          intorno   a   lui   si   aggiravano   altri   due   fantasmi   materializzati,
          palesemente intenti a mantenere alimentate le luci globulari, e ad
          assicurare   il   buon   successo   del   grande   esperimento   vertente   sul
          tempo in cui poteva durare materializzato un fantasma. Noto come


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