Page 171 - Per la difesa dello Spiritismo
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secondi dietro di me, stendendo la sua mano fumigante di luce, e
          continuando a parlare. Quindi si ritirò in angolo appartato, dove si
          dissipò. La sua venuta produsse una tale abbondanza di ozono nella
          camera, che l’ambiente ne rimase saturo anche dopo la seduta. Egli
          appariva un uomo molto vecchio, dalla lunga barba grigia. La lingua
          da lui parlata era gutturale e incomprensibile per tutti, sebbene i
          presenti conoscessero in complesso una dozzina di lingue. Per ora
          non si è ancora riusciti a identificare il fantasma, né la lingua da lui
          parlata; ma nel circolo egli è conosciuto col nome di “Sacerdote
          Assiro”; il che si appropria mirabilmente all’aspetto e al costume in
          cui si manifesta».
                 Questi brani ricavati dalla relazione del prof. Pawloski, mi
          pare che valgano anzitutto ad infliggere uno dei consueti, cumulativi
          tracolli alla teoria del Sudre, secondo la quale le forme materializzate
          risulterebbero   tutte   quante   dei   fantocci   plastici   che   «hanno
          l’apparenza della vita» in grazia a un fenomeno di prosopopesi, ma
          che in realtà sono ragguagliabili alle «figure di cera di un museo
          anatomico». Ora, invece, il prof. Pawloski afferma che il «particolare
          che   più   colpisce   in   essi   consiste   nel   fatto   del   loro   perfetto
          comportarsi come persone viventi». Ed egli aggiunge: «Si sarebbero
          detti degli invitati in un ricevimento di società. Facevano il giro della
          sala prodigando sorrisi di riconoscimento agli sperimentatori loro
          famigliari, e guardando curiosamente coloro che non conoscevano».
          Come   si   vede,   questo   è   un   modo   di   comportarsi   piuttosto
          inverosimile per fantocci animati dalla prosopopesi. E per soprappiù
          il prof. Pawloski informa che «in tutto ciò ch’essi facevano traspariva
          la loro ansietà di convincere gli sperimentatori sul fatto ch’essi erano
          entità   spirituali   vere   e   proprie,   non   già   personalità   effimere   o
          allucinatorie». Ed anche questa è una sorta di «ansietà» piuttosto
          inverosimile nell’ipotesi  del  Sudre,  ma  concepibilissima e  molto
          naturale nell’ipotesi che fossero entità spirituali vere e proprie. E che
          cosa pensarne del fantasma del turco il quale si esprime nella propria
          lingua,  ignorata da tutti i presenti, e in merito al quale il prof.
          Pawloski osserva: «Io ebbi modo di leggere chiaramente nel di lui
          volto i sentimenti che lo animavano allorquando rilevò nel mio


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