Page 162 - Per la difesa dello Spiritismo
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tardi, scrivendo il consueto rapporto giornaliero per Mr. Fidler, il
quale si trovava in Inghilterra, feci in esso cenno dell’incidente. Tale
mio rapporto, come d’uso, venne riprodotto a copia-lettere;
circostanza ch’io riferisco perché stabilisce esattamente la data
dell’incidente stesso, rendendola incontestabile. Tanto il copia-
lettere, quanto il foglio su cui sta scritto il nome, vennero conservati.
Due mesi dopo, il signor Alessandro Aksakoff, il prof.
Boutleroff ed altri amici russi vennero a trovarci. Anche Mr. Fidler
era tornato dall’Inghilterra, e tra di noi si andavano discutendo e
concretando i mezzi migliori onde conseguire fotografie di fantasmi
materializzati. “Walter”, il nostro spirito amico, si professava
volonteroso di assisterci, e giornalmente si discuteva con lui
sull’argomento. In una di tali sedute preliminari Walter scrisse: «Era
qui uno spirito che disse chiamarsi Stromberg, il quale desiderava
venissero informati i propri parenti della sua morte. Dimenticai di
riferirlo prima. Mi pare abbia detto essere egli morto nel Wisconsin,
il giorno 13 marzo, ed essere nato a Jemtland. Esiste questo paese?
Ad ogni modo, egli è morto e desidera che i suoi parenti lo sappiano.
Aveva moglie, e mezza dozzina di figli».
Tale messaggio non interessò gran fatto i presenti, ad
eccezione di Mr. Fidler, il quale osservò: “Chi sa non si tratti di quel
medesimo Stromberg che mesi or sono scrisse il suo nome sopra un
foglio di carta nel mio ufficio! S’egli è morto in Jemtland favorisca
darci l’indirizzo di sua moglie”. Venne risposto: “No, egli è morto in
America, e sono i suoi parenti che vivono a Jemtland”. “Sta bene" -
replicò Mr. Fidler - "dammi l’indirizzo di questi ultimi, ed io
scriverò”.
Nel giorno successivo i preparativi per le progettate
esperienze erano terminati, ma stante l’ora tarda nessuno pensava a
tener seduta in quella sera. Sennonché il prof. Boutleroff , al quale
era affidato il còmpito di fotografo, espresse il desiderio di provare
l’intensità della luce onde accertarne l’effetto; perciò noi tutti
entrammo nella sala delle sedute per assistere alla prova.
Quando tutto fu pronto, il prof. Boutleroff mi pregò di
recarmi al posto destinatomi di fronte alla macchina fotografica, in
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