Page 108 - Per la difesa dello Spiritismo
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sul Reno (1840), si esprimeva a tal proposito:
                 «Lo spirito, per sé divino, eterno, originato da Dio, è la vita
          dell’anima (leggi del “corpo eterico”), ed è l’anima che conferisce
          allo spirito la personalità, lo circoscrive, lo completa. Essa è come il
          corpo dello spirito, ed è quindi suscettibile sia di spiritualizzarsi con
          lui, sia di sopraffare lo spirito col degradarsi e materializzarsi sempre
          più... Né l’uno né l’altra possono sussistere separatamente; sono
          intimamente uniti tra di loro nella guisa medesima in cui l’anima
          (cioè il “corpo eterico”) lo è al corpo. Come ciò si realizzi io non lo
          so dire; vi sono vincoli spirituali che esorbitano il potere della mia
          visione... E’ nell’anima che si contengono i sensi interiori dell’uomo,
          ed è per suo mezzo che lo spirito estrinseca i suoi poteri...  Ma
          perché ciò avvenga, si richiede una terza sostanza la quale viene
          ad unirsi all’anima e serve a far muovere e vitalizzare il corpo...
          Tale   sostanza,   invero,   deriva   per   essenza   dall’anima,   ma   in
          conseguenza della sua attività corporea, partecipa più della natura
          corporea   che   di   quella   dell’anima;  considerata   in   sé,   questa
          sostanza, o “fluido nerveo” è lo strumento indispensabile pel cui
          mezzo l’anima entra in rapporto col mondo esterno... Il “fluido
          nerveo”,   come   quello   che   per   sua   natura   è   troppo   corporeo   e
          grossolano, è destinato a separarsi dall’anima e dissiparsi, mentre
          l’anima va gradatamente sublimandosi e avvicinandosi alla natura
          radiosa   dello   spirito...  Dopo   La   morte,   l’anima   non   può
          immediatamente liberarsi dal fluido nerveo... e le anime molto
          terrene se ne saturano con giubilo; ciò che conferisce loro il
          potere di riprendere forma umana e rendersi visibili ai viventi, o
          farsi da essi sentire, o venire con essi a contatto, o produrre tonfi
          e suoni nell’atmosfera terrena». (Citato da Mrs. De Morgan nel
          libro: From Matter to Spirit, p. 132).
                 Bisogna   convenire   che   questo   è   un   brano   mirabile   di
          rivelazioni sonnamboliche; giacché da una parte si descrive in esso la
          natura «trina» dello spirito in termini siffattamente razionali, nonché
          conformi alle odierne risultanze delle indagini metapsichiche, da
          indurre a convinzione; mentre dall’altra parte, vi è il brano finale da
          me sottolineato in cui la sonnambola precorre i tempi, fornendo


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