Page 104 - Per la difesa dello Spiritismo
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videro ch’io giacevo distesa sulla sedia a sdraio, che, come dissi, era
bassissima, per cui era affatto impossibile ch’io potessi vedere nella
strada. Si noti che il gabinetto del dentista si trovava all’ultimo piano
di un alto fabbricato, il quale era costrutto in guisa che per vedere
sulla strada occorreva protendere il corpo fuori della finestra. Così
fecero il dentista e il dottore, e videro una carrozzella tirata da cani,
contenente una signora inglese ed un servitore Kaffiro, i quali
avevano entrambi le ginocchia avvolte nella medesima coperta da
viaggio. Allora vennero a me, riscontrando ch’io mi trovavo tuttora
in condizioni d’incoscienza. Eppure avevo descritto qualche cosa che
i miei occhi, ben chiusi, non avevano certamente veduto!... Dopo tale
esperienza, non ho più dubitato sull’avvenire della tomba. Io so di
certa scienza che per l’azione del cloroformio, la mia personalità
spirituale fu liberata dai vincoli corporei, e si ritrovò nell’ambiente
che l’attende dopo morte. In conseguenza, io so che noi non
possiamo morire... ».
I casi in genere di «sdoppiamento fluidico», o «bilocazione»,
non vanno considerati isolatamente, bensì cumulativamente; ed allora
acquistano una forza suggestiva e un’evidenza probativa irresistibili.
Ciò per il fatto che qualora si vogliano applicare i processi
dell’analisi comparata a centinaia e centinaia di episodi congeneri, in
cui siano rappresentate tutte le graduazioni assunte da tale
fenomenologia, in guisa da farne emergere le modalità con cui si
determina il fenomeno dell’esteriorazione del «corpo fluidico», allora
non può più sorgere dubbio sull’obiettività del fenomeno stesso, nel
senso che debbono escludersi le ipotesi «onirica» e «allucinatoria», le
quali sono anche le uniche opponibili ai fenomeni del genere. Tali
conclusioni emergono indubitabili dalle seguenti considerazioni:
In primo luogo, perché le graduazioni diverse con cui si
estrinsecano i fenomeni di «bilocazione», non solo si completano a
vicenda, ma si convalidano mirabilmente tra di loro; a cominciare dai
così detti fenomeni della «sensazione d’integrità» negli amputati, in
cui talvolta il senso dell’integrità dell’arto mancante è a tal segno
reale, che se si distrae l’attenzione dell’amputato, questi avverte
ugualmente le sensazioni che l’arto inesistente dovrebbe percepire se
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