Page 112 - Per la difesa dello Spiritismo
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siffatta esperienza, che mi lusingo riuscire utile ad altri narrando
          quanto vidi... Si trattava di un prossimo parente, vecchio di quasi
          ottant’anni, il quale avviavasi alla tomba senza esservi tratto da
          speciali infermità... Mi ero avvisto da certi sintomi, in apparenza
          insignificanti, che la sua fine era prossima, ed ero accorso a compiere
          l’ultimo triste mio dovere...
                 Per ausilio dei miei sensi spirituali io potevo discernere come
          intorno al suo corpo e al di sopra di esso si venisse adunando l’aura
          luminosa con cui lo spirito doveva foggiarsi un corpo spirituale; ed
          avvertivo com’essa gradatamente aumentasse in volume e densità,
          per quanto soggiacesse a variazioni continue in più o in meno, a
          seconda delle oscillazioni subite dalla vitalità del morente. Per tal
          guisa mi fu dato rilevare come talvolta un lieve alimento ingerito, o
          un improvviso influsso magnetico scaturito da persona avvicinatasi
          all’infermo, avessero per effetto di avvivare temporaneamente quel
          corpo, richiamando indietro lo spirito. Conseguentemente quell’aura
          appariva in continua funzione di flusso e riflusso.
                 Assistetti   all’identico   processo   per   dodici   giorni   e   dodici
          notti, e sebbene già dal settimo giorno il corpo mostrasse segni palesi
          dell’imminente   dissoluzione,   quel   meraviglioso   fluttuare   della
          vitalità   spirituale   in   via   di   esteriorarsi   persisteva   immutato.   Per
          converso, aveva mutato la colorazione dell’aura, che inoltre andava
          assumendo forme di più in più definite a misura che per lo spirito si
          avvicinava l’ora della liberazione. Solamente ventiquattr’ore prima
          della morte, allorché il corpo giaceva inerte con le mani conserte sul
          petto, vidi apparire forme di “spiriti-custodi”, i quali si avvicinarono
          al morente e senza sforzo alcuno sottrassero lo spirito a quel corpo
          esausto.
                 Contemporaneamente   i   famigliari   dichiaravano   che   quel
          corpo era morto. Poteva darsi che così fosse; infatti il polso ed il
          cuore non davano segni di vita, né lo specchio si appannava per alito;
          eppure   i   “cordoni   magnetici”   avvincevano   ancora   lo   spirito   al
          cadavere, e rimasero al posto per 38 ore. Io ritengo che se in tale
          periodo si fossero realizzate condizioni favorevoli, ed avesse agito
          sul cadavere una volontà potente, si sarebbe potuto richiamare lo


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