Page 43 - Un fisico in salotto
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Aberrazione astronomica


          Ipotizziamo  per  un  momento  l’esistenza  dell’etere  come  mezzo  nel  quale  si
          propagano le onde elettromagnetiche. Se l’etere esiste, sicuramente la Terra non è
          ferma  rispetto  a  esso.  Ce  ne  possiamo  rendere  conto  dall’osservazione  e  dalla
          misurazione  del  fenomeno  chiamato aberrazione  astronomica:  fenomeno  studiato
          per la prima volta dall’astronomo inglese James Bradley (1693-1762) nel 1725.

             Si tratta di questo: la posizione delle stelle sulla volta celeste non è esattamente
          quella  che  osserveremmo  se  la  Terra  fosse  ferma  rispetto  all’etere.  Possiamo
          capirne il motivo pensando a una situazione che capita frequentemente.
             Supponiamo  di  trovarci  fermi  in  mezzo  a  un  acquazzone,  in  una  giornata  senza
          vento: le gocce di pioggia cadono verticalmente e ci ripariamo con un ombrello.
             Effettivamente,  se  guardiamo  un  momento  verso  l’alto,  vediamo  che  la  pioggia
          viene da una nuvola ferma sopra la nostra testa.

             Mettiamoci  ora  a  camminare.  Per  ripararci,  dobbiamo  tenere  l’ombrello
          leggermente inclinato in avanti e l’angolo di inclinazione deve aumentare al crescere
          della nostra velocità. Anche se la pioggia continua a cadere perpendicolarmente al
          suolo, noi la vediamo come se cadesse obliquamente. Sporgendo un po’ la testa fuori
          dall’ombrello ci sembra che la pioggia provenga da un punto non esattamente sopra
          la nostra testa ma un poco più avanti, nel verso della nostra direzione di marcia. A

          tutti gli effetti vediamo la pioggia provenire da un punto nel quale il cielo è magari
          completamente sereno.
             Ci sarà forse capitato di osservare lo stesso fenomeno in condizioni estreme: per
          esempio correndo in automobile di notte, sotto un’abbondante nevicata. Alla luce dei
          fari avremo senz’altro notato che la neve sembra cadere addirittura orizzontalmente o
          quasi. Effettivamente in questo caso abbiamo un valore della velocità piuttosto alto
          (quella della nostra automobile) in rapporto a una velocità di caduta molto ridotta (la

          neve cade molto più lentamente della pioggia).
             Le  stesse  considerazioni  valgono  se,  al  posto  della  pioggia,  consideriamo  la
          ‘pioggia’ di fotoni o di onde che arrivano sulla Terra da una determinata stella alla
          velocità  della  luce;  e,  al  posto  del  passante,  un  astronomo  che  riceve  questa
          ‘pioggia’ viaggiando a bordo... del nostro pianeta!

             Se  la  Terra  fosse  ferma  rispetto  all’etere,  non  si  dovrebbe  osservare  alcun
          fenomeno  particolare;  ma  se  la  Terra  procedesse  con  una  certa  velocità  rispetto
          all’etere,  l’astronomo  dovrebbe  dunque  vedere  la  stella  in  una  posizione  che  non
          coincide con quella dalla quale proviene effettivamente la luce. In particolare, come
          effetto osservabile, potrebbe seguire il cambiamento apparente di posizione dovuto
          al continuo cambiamento della direzione della velocità della Terra, dovuto se non
          altro al moto di rivoluzione intorno al Sole.
             Ebbene,  le  osservazioni  astronomiche mostrano  proprio  questo  effetto  di

          deflessione  della  posizione  di  una  stella  che,  come  abbiamo  anticipato,  viene
          chiamato aberrazione astronomica .
             Facciamo il punto della situazione: l’unica possibilità per render conto del fatto
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