Page 38 - Un fisico in salotto
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l’ampiezza  delle  onde,  potremmo  metterci  in  condizioni  tali  che  nessun  elettrone

          potrebbe  mai  acquistare  energia  sufficiente  per  uscire  dall’oggetto  illuminato.
          Sperimentalmente  sappiamo  invece  che  ridurre  l’intensità  luminosa  ha  come
          conseguenza soltanto la riduzione del numero di elettroni che vengono emessi per
          unità di tempo, ma non ha alcuna influenza sull’energia di ciascun elettrone.
             D’altro canto potremmo pensare che, seppure investito successivamente da onde
          di ampiezza molto piccola, un elettrone potrebbe comunque accumulare una notevole

          energia  fino  ad  averne  abbastanza  da  superare  la  ‘barriera’  che  lo  trattiene  nel
          materiale. Ciò avverrebbe trascorso un po’ di tempo dall’istante nel quale la luce
          comincia a cadere sull’oggetto; ma l’esperienza mostra che questo non si verifica:
          gli  elettroni  sono  emessi istantaneamente a partire dal momento nel quale la luce
          comincia a cadere sull’oggetto.
             Le  discussioni  precedenti  sembrano  averci  posto  di  fronte  a  un  dilemma
          insolubile:  la  propagazione  della  luce  è  un  fenomeno  corpuscolare  oppure

          ondulatorio?
             La  fisica  moderna  ci  insegna  la  giusta  interpretazione  dei  fenomeni  luminosi;
          interpretazione  che  di  fatto,  come  vi  avevo  anticipato,  dà  ragione  tanto  a  Newton
          quanto a Hooke e Huygens: la luce è un fenomeno corpuscolare e ondulatorio.
             Cosa  vuol  dire  questa  affermazione?  Vuol  dire  che  possiamo  tranquillamente
          pensare a un raggio di luce come a uno sciame di fotoni. Ciascun fotone, però, non ha

          soltanto le caratteristiche di una ‘pallina’ piccolissima: esso si comporta anche come
          un’onda.
             Così la propagazione di un numero grandissimo di fotoni è proprio simile a quella
          di  un’onda  sulla  superficie  di  un  liquido  e  possiamo  pensare,  altrettanto
          correttamente, che un raggio di luce sia un’‘onda’ luminosa.
             Quando facciamo esperimenti con la luce può accadere che venga messo in risalto
          l’aspetto  corpuscolare  di  ciascun  fotone:  per  esempio  osservando  l’effetto

          fotoelettrico. In altri esperimenti può accadere che sia invece l’aspetto ondulatorio a
          prevalere: per esempio facendo passare un raggio luminoso attraverso un forellino o
          interponendo  un  capello.  Infine  ci  sono  altre  circostanze  nelle  quali  pensare
          all’aspetto corpuscolare o a quello ondulatorio non fa differenza: per esempio, nei
          fenomeni di riflessione o di rifrazione della luce.
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