Page 37 - Un fisico in salotto
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delle  onde.  Abbiamo  infatti  osservato  che  quando  gettiamo due  sassolini  ci  può

          essere assenza di moto ondoso in particolari punti della superficie di uno stagno,
          anche se in altri se ne osserva uno consistente.
             Ma noi abbiamo proprio osservato sullo schermo zone illuminate che si alternano
          a  zone  oscure,  quando  un  capello  ‘divide’  in due  parti  il  raggio  luminoso:  non
          potrebbe  darsi  allora  che  la  propagazione  della  luce  sia  in  realtà  un  fenomeno
          ondulatorio? E che, con il laser e il capello, noi stiamo assistendo all’interferenza

          di onde luminose?
             Siamo così incoraggiati a pensare che la luce si propaghi per onde piuttosto che
          per  il  tramite  di  corpuscoli,  anche  perché  in  questi  termini  si  possono  spiegare
          altrettanto bene i fenomeni di rifrazione e di riflessione. Proprio a proposito della
          riflessione, forse avremo notato che se agitiamo l’acqua nei pressi del bordo di una
          piscina,  vediamo  le  onde  andare  verso  il  bordo  e  poi  tornare  indietro  come  se
          fossero partite dalla parte opposta. Proprio come torna indietro una palla da biliardo

          o... un fotone!
             Possiamo fare anche un altro interessante esperimento. Puntiamo sempre il laser
          contro  lo  schermo  e  stavolta  interponiamo  un  foglio  di  cartoncino,  come  una
          cartolina postale, nel quale abbiamo praticato con uno spillo un minuscolo forellino.
             Ci  aspetteremmo  di  vedere  sullo  schermo,  in  corrispondenza  del  forellino,  una
          piccola  macchia  rossa;  invece  osserviamo  non  soltanto  una  macchia  centrale

          piuttosto luminosa e sfumata: vediamo anche che essa è circondata da una serie di
          anelli (un po’ meno luminosi) concentrici separati da zone non illuminate.  Stiamo
          assistendo al fenomeno che in fisica viene chiamato diffrazione della luce.
             Anche in questo caso è possibile un’interpretazione in termini di corpuscoli? No.
          Infatti, anche in questo esperimento potremmo immaginare che i fotoni, passando di
          striscio attraverso il forellino, vengano deviati casualmente a formare sullo schermo
          una macchia luminosa piuttosto estesa.  Come interpretare, però, che la luce possa

          andare a cadere in corrispondenza di un anello ma evidentemente non tra un anello e
          l’altro?
             Questi esperimenti ci portano dunque a pensare che la propagazione della luce sia
          un  fenomeno  ondulatorio.  Ma  allora  dobbiamo  accettare  l’ipotesi  ondulatoria  e
          rifiutare l’idea che la luce sia costituita da fotoni intesi come minuscole particelle?

             Eh  no;  perché  adesso,  in  termini  di  onde,  non  è  possibile  spiegare  l’effetto
          fotoelettrico!
             L’effetto fotoelettrico non può essere spiegato in termini di onde, cioè se pensiamo
          alla  propagazione  della  luce  in  analogia  alla  propagazione  delle  onde  sulla
          superficie  di  un  liquido.  Infatti  è  vero  che  le  onde  trasportano  energia,  come  la
          trasportano le particelle materiali; quindi anche le onde potrebbero estrarre elettroni
          provocando l’effetto fotoelettrico. Però è anche vero che questa energia è distribuita
          su  tutto  il  fronte  dell’onda.  Essa  è,  per  così  dire,  ‘diluita’  su  tutta  la  superficie

          dell’oggetto illuminato invece di essere concentrata nei punti di impatto dei singoli
          fotoni.
             Riducendo  l’intensità  della  sorgente  luminosa,  che  equivarrebbe  a  ridurre
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