Page 32 - Un fisico in salotto
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carta è infatti sensibile a quella che chiamiamo luce o radiazione ultravioletta .

             Carta  e  vernici  fluorescenti  sono  utilizzate  molto  frequentemente  perfino
          nell’abbigliamento: magari per far risaltare su una maglietta una scritta o un disegno.
             Alcune volte avremo forse notato anche un cartello ‘affittasi’ o ‘vendesi’ fatto con
          un cartoncino fluorescente. Esso risalta e appare più luminoso di un cartello fatto di
          normale cartoncino proprio perché risente dell’illuminazione prodotta non soltanto
          dalla luce visibile, ma anche da quella ultravioletta.

             Anche la nuova delimitazione dello spettro non è netta. Possiamo pensare che ciò
          corrisponda a una progressiva mancanza di sensibilità della carta fluorescente alla
          luce  che  cade  anche  più  in  là  oppure  al  fatto  che  il  vetro,  trasparente  alla  luce
          visibile  e  alla  luce  ultravioletta,  cominci  a  diventare  opaco  alla  luce  che
          eventualmente dovremmo vedere. Ed è proprio quest’ultimo il motivo.
             È possibile che un oggetto sia trasparente oppure opaco, a seconda della luce che
          gli cade sopra? La risposta è sì ed è molto semplice verificare questa circostanza.

             A questo scopo prendiamo per esempio un filtro rosso, di quelli che si usano in
          fotografia. Un filtro rosso non è altro che una lastra di vetro... rosso, appunto.
             Ebbene,  se  interponiamo  un  tale  filtro  lungo  il  cammino  dei  raggi  luminosi,
          possiamo notare che in corrispondenza della zona rossa dello spettro il filtro non
          attenua la luminosità della radiazione (oppure la attenua soltanto un poco).
             Se però poniamo il filtro lungo il cammino dei raggi blu, notiamo che esso proietta

          sul  foglio  bianco  un’ombra  assolutamente  nera,  come  se  avessimo  interposto  un
          dischetto di cartoncino.
             Ciò dimostra che quella lastra di vetro è trasparente per la luce rossa e opaca per
          la luce blu. Per questo motivo il filtro appare proprio rosso: perché, della luce che
          lo investe, passa solo quella rossa.
             Possiamo  notare  un  fenomeno  analogo  se  osserviamo  il  Sole  all’alba  o  al
          tramonto. Quando il Sole è vicino all’orizzonte, la sua luce procedendo ‘di striscio’

          deve attraversare un notevole spessore di atmosfera per arrivare fino a noi, molto
          più di quanto non accada quando il Sole è alto.
             All’alba o al tramonto sono così più evidenti gli effetti dovuti all’assorbimento
          della  luce  da  parte  dell’atmosfera  terrestre.  Il  Sole  ci  appare  rosso  perché
          l’atmosfera è abbastanza trasparente alla luce rossa, mentre assorbe e diffonde in

          misura molto maggiore la luce azzurra. Per questo motivo il cielo diurno è azzurro.
             In generale un certo oggetto può essere trasparente per un certo tipo di radiazione
          e opaco per un certo altro tipo; dunque un oggetto di vetro, che appare perfettamente
          trasparente alla luce visibile, può non esserlo per certa luce ‘invisibile’.
             Così come abbiamo scoperto l’esistenza di luce ultravioletta, altrettanto potremmo
          stabilire  con  opportuni  accorgimenti  che  anche  oltre  la  zona  rossa  cade  una
          radiazione  che  i  nostri  occhi  non  vedono.  A  questa  radiazione  diamo  il  nome  di
          radiazione infrarossa. In realtà, la parte visibile dello spettro solare non è che una

          piccolissima parte della radiazione emessa complessivamente dal Sole.
             Un  altro  esempio  di  radiazione  invisibile  è  costituito  dai  raggi  Roentgen  che
          prendono  il  nome  dallo  scienziato  tedesco  Wilhelm  Roentgen  (1845-1923)  che  li
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