Page 31 - Un fisico in salotto
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Lo spettro solare
Ci sarà capitato tante volte di osservare i colori dell’arcobaleno quando un raggio di
sole, attraversando un oggetto di vetro o di cristallo, va a proiettarsi sul pavimento.
Se sovrapponiamo al pavimento un foglio di carta bianca vedremo ancora meglio
tutti i colori: che vanno, passando con bellissime sfumature, dal rosso al violetto. E
meglio ancora se, invece di un oggetto trasparente qualsiasi, riusciamo a procurarci
un prisma.
Anche io, come voi, ho imparato a scuola che i colori dell’arcobaleno sono sette,
e precisamente: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.
Ma mi si è sempre posto questo interrogativo: dov’è l’indaco ? Non ho mai visto
il colore indaco. Gli altri li ho visti e li so riconoscere, indubbiamente. Ma questo?
Penso che questo colore, tra il blu e il violetto, sia stato ‘inventato’ (dandogli il
nome di un colorante vegetale, già noto proprio in India quattromila anni fa) per far
sì che i colori dell’arcobaleno fossero proprio sette! Sette, perché questo è un
numero ‘magico’: sette sono le note musicali; sette sono i peccati capitali; sette sono
i giorni di quella che è appunto chiamata settimana; e sette sono i sigilli che, infranti,
annunceranno l’Apocalisse!
In effetti, poi, i colori dell’arcobaleno sono infiniti, con tutte le loro sfumature, e
la distinzione netta tra un colore e l’altro è solo una questione di comodo.
Ma torniamo agli argomenti ‘seri’.
La comparsa dei colori dell’arcobaleno mostra che la luce bianca del Sole è in
realtà costituita da luce o radiazione di tutti i colori.
L’oggetto di vetro devia la luce in maggiore o minore misura a seconda del colore
e così la luce si distribuisce su una ‘striscia’ più o meno larga.
In fisica, questo fenomeno viene chiamato dispersione della luce; e viene
chiamato spettro l’insieme dei colori che appaiono sul nostro foglio di carta.
Siccome la sorgente di luce è il Sole, quello che osserviamo è lo spettro solare.
A scuola abbiamo sentito già parlare di queste circostanze, dunque quello che vi
ho detto finora magari non costituisce una novità. Ma adesso vorrei andare un po’
più a fondo nella questione e illustrarvi alcune sorprese che ci riserva
l’osservazione dello spettro solare.
Intanto possiamo notare che esso non è delimitato dal rosso al violetto in modo
netto. Ciò corrisponde alla progressiva mancanza di sensibilità del nostro occhio
alla luce che in effetti cade anche oltre il rosso e oltre il violetto.
In particolare, un piccolo accorgimento ci permette di stabilire che cade luce
anche oltre il violetto: basta sovrapporre parzialmente alla carta bianca un foglio di
carta gialla fluorescente, facilmente reperibile in una cartoleria.
Sulla carta fluorescente lo spettro solare appare ovviamente dominato da una
colorazione giallastra ma, cosa molto interessante, vediamo che la striscia luminosa
prosegue parecchio oltre il violetto.
La carta fluorescente ci permette dunque di stabilire che lo spettro solare si
estende al di là della zona violetta. La vernice con la quale è preparato questo tipo di