Page 26 - Un fisico in salotto
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L’uomo sulla Luna è una grande finzione?
Qualcuno di voi ha mai visto il film Capricorn One?
In esso si racconta della prima missione umana su Marte. All’inizio del film tutto
sembra andare per il meglio quando gli astronauti, già pronti all’interno del loro
veicolo spaziale, vengono fatti rapidamente uscire e successivamente trasportati in
segreto in uno studio televisivo installato in un deserto degli Stati Uniti. Si è infatti
manifestato un malfunzionamento dell’astronave e la NASA, che non vuole
ammettere davanti al mondo il fallimento del progetto, costringe gli astronauti a
recitare per mesi come se essi stessero effettivamente compiendo il viaggio,
atterraggio e passeggiate marziane comprese.
Non vi dico come va a finire la storia. Piuttosto vi invito a vedere il film che a me
è piaciuto molto.
Ebbene, in tempi relativamente recenti, a qualcuno è venuto in mente di affermare
che le missioni americane sulla Luna si siano svolte proprio secondo il copione di
Capricorn One: cioè che si sia trattato di una gigantesca messa in scena; che dunque,
di fatto, gli astronauti non siano mai scesi sulla superficie del nostro satellite.
Ho seguito alla televisione le argomentazioni di sedicenti esperti, sostenitori di
questa versione, ma devo dire che le ho trovate assolutamente prive di fondamento.
Possiamo essere certi che gli astronauti sono effettivamente scesi sulla Luna, proprio
come mostrano le fotografie da loro scattate e i filmati ripresi dalle telecamere.
Non sto a elencarvi tutti gli argomenti che confermano l’autenticità delle missioni
lunari. Come fisico, vorrei farvi notare un particolare che non mi è sfuggito
guardando con un po’ di attenzione le riprese televisive e che mi sembra non sia
stato mai citato nei dibattiti sulla questione.
Precisamente, tanto nelle passeggiate degli astronauti quanto nelle escursioni con
l’auto lunare, si vede la polvere, sollevata dai moon boots o dalle ruote della Rover,
che descrive perfette parabole ricadendo rapidamente al suolo.
Ciò dimostra che gli astronauti si trovavano nel vuoto assoluto . Diversamente, si
sarebbero formate ‘nuvolette’ di polvere relativamente persistenti, come ci capita di
osservare se vediamo una dune buggy che corre sulla sabbia del deserto. Infatti, qui
sulla Terra, la resistenza dell’aria rallenta notevolmente la caduta dei minuscoli
granelli di polvere che sono stati sollevati dalle ruote. È un po’ quello che succede a
un paracadutista, che rimane in volo per parecchio tempo proprio grazie alla
resistenza dell’aria.