Page 23 - Un fisico in salotto
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Piccole e grandi velocità
Qual è il criterio che ci fa definire ‘piccola’ o ‘grande’ una certa velocità? Quando
vado a 120 chilometri l’ora in autostrada mi sembra di andare piuttosto ‘forte’ e di
avere quindi una grande velocità; mia moglie e mia figlia, invece, mi dicono che sto
andando piano: tutto è relativo!
In fisica, il criterio giusto non è dato dai limiti di velocità che ci impone il Codice
della Strada, o da altre cose ancora: è il confronto con la velocità della luce che,
come è noto, vale circa trecentomila chilometri al secondo. In questo senso, tutte le
velocità che ci sono familiari sono piccole; anche quella di un jet che pure è il mezzo
di trasporto più veloce del quale oggigiorno disponiamo.
La velocità della luce è veramente enorme rispetto a quelle alle quali siamo
comunemente abituati: un raggio luminoso impiega soltanto poco più di un secondo
per coprire la distanza Terra-Luna (che è circa 380.000 chilometri).
Per confronto, pensiamo ai giorni che sono invece impiegati da un’astronave per
coprire la stessa distanza, come è avvenuto in passato (e sicuramente avverrà in
futuro) nelle missioni spaziali con destinazione Luna.
A questo proposito, qualche lettore (fra i più anziani!) forse avrà notato e
ricorderà una circostanza che si è verificata durante le missioni lunari degli
astronauti americani, intorno alla fine degli anni Sessanta/inizio degli anni Settanta.
In quelle occasioni gli astronauti si sono trovati alla massima distanza dal nostro
pianeta, fino ad allora (e a tutt’oggi) raggiunta da un essere umano.
Ebbene, chi ha avuto l’occasione di ascoltare le trasmissioni tra l’Apollo 11 e il
centro di Houston avrà notato che tra la domanda di un controllore della missione, a
Terra, e la risposta per esempio di Armstrong, Aldrin o Collins, passavano alcuni
secondi. Forse gli astronauti non avevano i riflessi abbastanza pronti per rispondere
subito? No, sicuramente. È che occorreva più di un secondo affinché la voce del
controllore raggiungesse gli astronauti; e altrettanto affinché la loro voce tornasse
sulla Terra dopo aver risposto alla domanda. Così, tra domanda e risposta, si
aggiungeva una pausa relativamente lunga che dava l’impressione di una scarsa
‘prontezza di riflessi’.
Infatti, i segnali radio (o televisivi) viaggiano anch’essi alla velocità della luce.
Possiamo dire di più: lo studio della fisica mostra che i fenomeni di propagazione
dei segnali luminosi o radiofonici o televisivi sono in realtà aspetti diversi di uno
stesso fenomeno, che è la propagazione di un campo elettromagnetico.
A proposito dell’astronauta Collins, che rimase in orbita intorno alla Luna mentre
i suoi compagni scendevano con il LEM sulla superficie del nostro satellite: sapete
che è nato a Roma?
La sua famiglia risiedeva infatti nella capitale, per motivi di lavoro, quando
nacque Michael, il 31 ottobre 1930, in una casa che si trova all’inizio di via Tevere.
Sulla facciata del palazzo c’è una targa che lo ricorda.
In futuro, nelle missioni che prevedono l’arrivo su Marte, gli astronauti si
troveranno a distanze molto maggiori della distanza Terra-Luna; cioè dell’ordine di