Page 27 - Un fisico in salotto
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Come si misura la velocità della luce?


          Vi piacciono le avventure di James Bond? Allora saprete senz’altro cos’è un laser.
          Infatti esso è comparso, credo per la prima volta nella storia del cinema (ma potrei
          sbagliarmi), come ‘strumento del male’ nel film Agente 007 – Missione Goldfinger.
          Ne  veniva  utilizzato  uno  molto  potente  per  tagliare  le  spesse  porte  di  Fort  Knox
          oppure per uccidere (vi ricordate come...? Ma ovviamente senza successo!) James

          Bond.
             D’altra  parte,  sappiamo  che  laser  di  potenza  inferiore  si  prestano  invece  ad
          applicazioni assolutamente pacifiche. Essi sono utilizzati per esempio per la lettura
          dei codici a barre impressi sui prodotti che trovate in un supermercato; oppure nella
          chirurgia  oculistica;  oppure,  ancora,  come  semplici  puntatori,  per  indicare  i
          particolari presenti sui lucidi o sulle diapositive che un oratore proietta durante una
          conferenza.

             Il laser è un dispositivo che proietta un sottilissimo raggio luminoso, per esempio
          di colore rosso.
             Tra l’altro vi sconsiglio vivamente di farvi proiettare direttamente negli occhi la
          luce  di  un  laser  per  vedere  che  effetto  fa:  anche  un  laser  di  piccola  potenza  può
          seriamente danneggiare la vista.
             Il laser è un oggetto di tecnologia straordinaria, eppure lo avete magari proprio in

          casa perché lo avete comperato come portachiavi in una bancarella, per pochi euro!
             Con il laser potremmo pensare di ripetere, in versione moderna, l’esperimento che
          il  fisico  francese  Armand  Fizeau  (1819-1896)  fece  nel  1849  per  determinare  la
          velocità della luce.
             Già Galileo aveva sospettato che la luce non si propagasse ‘istantaneamente’ ma,
          dati  i  modesti  mezzi  tecnologici  di  allora,  non  fu  in  grado  di  stabilire  se  le  cose
          stessero  veramente  così  ed  eventualmente  avere  una  valutazione  numerica  della

          velocità  con  la  quale  si  propagava  un  raggio  luminoso;  velocità  che  comunque
          sarebbe risultata elevatissima.
             La prima misurazione fu eseguita dall’astronomo danese Ole Rømer (1644-1710)
          nel 1676 ma è soltanto con Fizeau che si sono avute valutazioni soddisfacenti, vicine
          a quelle che si ottengono oggi.

             Immaginiamo dunque di ripetere l’esperimento di Fizeau, basato su un’idea tanto
          semplice quanto geniale.
             Procuriamoci una ruota dentata e facciamo in modo che il sottile raggio luminoso
          del laser passi attraverso l’interstizio tra un dente e l’altro della ruota. Sistemiamo
          lontano uno specchio che rifletta indietro la luce del laser in modo che essa torni
          verso la ruota e passi attraverso un altro interstizio. Osserveremo il raggio luminoso
          che andrà infine a proiettarsi su uno schermo bianco posto ‘alle spalle’ del nostro
          apparato sperimentale.

             Ma adesso poniamo in rapida rotazione la ruota dentata: la luce passa di volta in
          volta attraverso un interstizio fra un dente e l’altro e va a riflettersi sullo specchio.
             Tornando indietro, è però possibile che la luce non incontri più l’altro interstizio,
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