Page 29 - Un fisico in salotto
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Le onde


          La Natura ci offre un bellissimo fenomeno che osserviamo molto spesso: quello del
          propagarsi delle onde.
             Pensiamo  un  momento  alle  onde  che  osserviamo  se  gettiamo  un  sassolino
          nell’acqua ferma di uno stagno o in una pozzanghera.
             Esse ci appaiono come circonferenze concentriche che via via si allargano.

             È molto interessante notare il fatto che l’acqua rimane praticamente ferma dov’è: è
          l’onda che si propaga, non l’acqua nella quale si forma l’onda stessa. Tanto è vero
          che, se sull’acqua stanno galleggiando tante foglioline, vediamo che esse si mettono
          a  oscillare  andando  più  o  meno  su  e  giù  quando  sono  raggiunte  dalle  onde  ma
          rimangono  in  pratica  laddove  si  trovavano  inizialmente,  prima  che  le  onde
          arrivassero.
             Il  ‘su  e  giù’  delle  foglioline  ci  mostra  comunque  che  queste  ultime  hanno

          acquistato una certa energia, evidentemente trasportata dalle onde. La perturbazione
          che  produciamo  gettando  un  sassolino  in  uno  stagno  genera  dunque  un fenomeno
          ondulatorio e il sassolino agisce come sorgente delle onde.
             Tuttavia la perturbazione dura fintanto che il sassolino si trova a una profondità
          piuttosto  modesta.  È  chiaro  dunque  che  la  nostra  sorgente  agisce  solo  per  pochi
          istanti.  Per  studiare  le  onde  sarebbe  meglio  avere  una  sorgente persistente  che

          potremmo realizzare costruendo un dispositivo che agiti continuamente l’acqua.
             Comunque, anche senza un tale dispositivo, possiamo accorgerci di una peculiarità
          della propagazione per onde: cioè che essa presenta il fenomeno dell’interferenza.
             A questo proposito, possiamo lasciar cadere nell’acqua non uno ma due sassolini
          uguali;  più  o  meno  dalla  stessa  altezza  e  a  una  certa  distanza  l’uno  dall’altro.  In
          queste  condizioni  osserviamo  ovviamente due  sistemi  di  onde  concentriche:  uno
          intorno al punto dove è caduto il primo sassolino e l’altro intorno al punto dove è

          caduto il secondo. Laddove arrivano le onde generate sia dal primo sia dal secondo
          sassolino  ci  aspetteremmo  un  su  e  giù  di  una  fogliolina  comunque  più  ampio  di
          quello ottenuto gettando un solo sassolino.
             Questo perché con due sassolini abbiamo perturbato il pelo dell’acqua certamente
          più di quanto non avremmo fatto gettando un solo sassolino.

             Ma  ci  attende  una  sorpresa!  C’è  una  fogliolina  che  è  attraversata  dalle  onde
          generate dai due sassolini e, contrariamente a quello che avremmo potuto aspettarci,
          questa fogliolina rimane ferma, senza andare su e giù.
             La spiegazione è molto semplice: quella fogliolina si trova in una punto nel quale,
          a un certo istante, arriva la ‘cresta’ di un’onda prodotta dal primo sassolino. Questa,
          se  fosse  presente  da  sola,  farebbe innalzare  la  fogliolina  –  diciamo  –  di  un
          centimetro sul pelo dell’acqua; ma, al contempo, nello stesso punto e nello stesso
          istante, arriva un ‘avvallamento’ dell’onda prodotta dal secondo sassolino che, da

          sola,  farebbe abbassare  la  fogliolina  di  un  centimetro.  Qual  è  il  risultato  del
          passaggio simultaneo delle due onde? Il risultato è che il pelo dell’acqua... non si
          alza né si abbassa: la fogliolina è in un punto dove il moto ondoso è del tutto assente.
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