Page 129 - Un fisico in salotto
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Due gemelli non sono coetanei!
Immaginiamo un passeggero a bordo di un’astronave che fa un grande viaggio
nell’Universo per poi tornare sulla Terra; un po’ come un suo avo, un migliaio di
anni prima, aveva fatto il viaggio Roma-Milano (e ritorno)!
Questa volta, però, il passeggero si trova a bordo di un mezzo molto più veloce di
un treno e percorre una distanza molto più grande. Diciamo che l’astronave procede
addirittura a 9/10 della velocità della luce, cioè a 270.000 chilometri al secondo e
compie un largo giro intorno a Sirio, la stella più luminosa del firmamento, che dista
circa 8 anni-luce da noi. Supponiamo che tra andata e ritorno l’astronave percorra
una distanza pari a circa 18 anni-luce. Viaggiando a 9/10 della velocità della luce,
l’astronave impiega dunque vent’anni a compiere la missione.
I giornali dell’anno... 3000, che avevano dato la notizia della partenza, ora,
nell’anno 3020, annunciano il rientro dell’astronave. Quanto tempo ha passato il
passeggero nell’astronave? Vent’anni? No! Secondo i calcoli della Teoria della
Relatività, per l’astronauta sono passati poco più di otto anni e mezzo!
Proprio così: se l’astronauta ha un fratello gemello, che lo ha aspettato sulla
Terra, egli lo ritrova molto più invecchiato. Non sono più ‘gemelli’!
La Teoria della Relatività ci conferma dunque che il tempo non scorre con una
cadenza assoluta, indipendente dalla situazione nella quale ci troviamo: per
l’astronauta il fenomeno ‘viaggio’ dura infatti otto anni e mezzo; per chi è rimasto
sulla Terra lo stesso fenomeno dura vent’anni.
È soprattutto proprio su queste conclusioni, così sorprendenti, che si scagliano i
detrattori di Einstein. Ce ne sono ancora molti, sapete?
Oggi viviamo in un mondo nel quale la scienza si è affermata in modo
indiscutibile, eppure essa deve ancora contrastare l’influenza dell’oscurantismo che
è presente in forme non tanto diverse da quelle esistenti ai tempi di Galileo. Ancora
oggi c’è chi discute se Galileo avesse ragionato correttamente o meno e non si vuole
arrendere alle conquiste del pensiero; figuriamoci se non c’è qualcuno che si mette a
discutere sull’opera di Einstein!
Ma torniamo a questo ‘invecchiamento anomalo’, chiamiamolo così.
Si potrebbe obiettare che il discorso non è corretto perché, anche se lo fosse per
un orologio, potrebbe non esserlo per un essere umano. Potrebbe essere, insomma,
che un orologio a bordo dell’astronave effettivamente avesse camminato veramente
fino a segnare otto anni e mezzo (alcuni orologi da polso moderni segnano i mesi e
gli anni magari... in vista di imprese spaziali come quella che abbiamo immaginato!)
e cioè avesse camminato molto più lentamente del normale; ma che l’uomo avesse,
per così dire, ‘camminato biologicamente’ per vent’anni normalmente, per incontrare
il suo gemello ugualmente invecchiato. Invece l’obiezione non è corretta!
Dal punto di vista biologico, cos’è infatti un essere umano se non una
complicatissima macchina che comunque obbedisce alle stesse leggi fisiche alle