Page 122 - Un fisico in salotto
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L’assenza di peso – lo stomaco degli astronauti


          Abbiamo  detto  che  in  un  fenomeno  di  caduta  libera  è  la  sola  forza  di  gravità  a
          rimanere in azione. Senza essere astronauti, anche noi però possiamo fare in modo di
          trovarci in caduta libera, solo per pochi istanti: semplicemente percorrendo in auto,
          a forte velocità, una strada con un dosso. È molto pericoloso, dunque sconsigliamo
          vivamente di farlo!

             Certo è che per quei pochi istanti la nostra automobile ha addirittura le ruote che
          non toccano l’asfalto e si è trasformata in una vera e propria astronave. Noi, dentro,
          siamo veri e propri astronauti! La resistenza dell’aria fa poco: ci troviamo proprio in
          caduta libera.
             Ci sarà capitato molte volte di trovarci in condizioni simili, magari non proprio
          con le ruote che hanno perso aderenza con il suolo: il tutto è avvenuto senza che ci
          accorgessimo del dosso.

             Certamente ci saremo sentiti però con ‘lo stomaco in gola’ e accompagnati da tutta
          quella  serie  di  sensazioni  che  possono  anche  risultare  in  fin  dei  conti  piacevoli,
          come su un ottovolante.
             Anche su un ottovolante, per come è progettato, è possibile trovarsi praticamente
          in caduta libera e sperimentare l’assenza di peso (anche per più di qualche istante;
          anche per alcuni secondi che non finiscono mai...). Ciò avviene quando il vagoncino

          supera il dosso, alla fine dell’interminabile salita e... giù per la discesa! Scegliete
          voi l’esperienza che preferite e dove volete trovare il brivido!
             In  caduta  libera  siamo  dunque  soggetti  alla  sola  forza  di  gravità.  E  allora
          ricordiamoci che, come abbiamo studiato al liceo, la forza di gravità imprime a tutti i
          corpi, grandi o piccoli che siano, la stessa accelerazione.
             Vediamo quali sono le conseguenze di questa circostanza. Per questo torniamo un
          momento alle considerazioni che abbiamo fatto a proposito dell’accelerazione della

          nostra automobile.
             È chiaro che se noi viaggiamo affiancati a una 500, a venti chilometri l’ora, ci
          basta premere un po’ di più sull’acceleratore (non a caso questo pedale è chiamato
          proprio così) per ‘seminarla’; anche se pure la 500 sta progressivamente aumentando
          la sua velocità.

             Cosa  ci  insegna  questo?  Semplicemente  che  se  abbiamo  accelerazioni  diverse,
          anche  procedendo  inizialmente  alla  stessa  velocità,  ci  troviamo  presto  a  notevole
          distanza  gli  uni  dagli  altri.  Viceversa,  se  abbiamo  la  stessa  accelerazione
          procederemo con la nostra Jaguar sempre affiancati alla 500.
             Ebbene, come stavamo ricordando, la forza di gravità è ‘equanime’ per così dire:
          imprime  infatti la stessa  accelerazione  a  tutti  i  corpi,  grandi  o  piccoli,  leggeri  o
          pesanti che siano. Anche questo lo verifichiamo tutti i giorni: tanto impiega a cadere
          per terra il vaso cinese che abbiamo conservato con cura per tanti anni, quanto il

          posacenere  di  vetro  che  era  la  bomboniera  della  Prima  Comunione  del  nipotino;
          altrettanto impiegherebbe una piuma, se non ci fosse la resistenza dell’aria che ne
          rallenta la caduta.
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