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40 Novelle                                                              Hans Christian Andersen




                              QUEL CHE FA IL BABBO È SEMPRE BEN FATTO


                   Ora ti voglio raccontare una storia, che ho sentita anch'io quand'ero bambinetto; e da allora,
            ogni volta la rammento mi par più bella. Perchè avviene delle novelle come di certe persone: più
            invecchiano e più diventano belle, — e questa, già, è una grande consolazione!
                   Tu dunque sei stato in campagna, ed hai veduto più d'una casa di contadini, vecchia vecchia,
            col tetto di paglia. Sul tetto cresce il musco, e tra il musco ha fatto il nido la cicogna... (Eh, della
            cicogna non si può fare a meno, in nessuna casa di contadini danesi!) Le muraglie pencolano; le
            finestre sono basse, ed una sola s'apre bene; il forno sporge in fuori dalla muraglia come una piccola
            pancia grassoccia; il sambuco si china verso la siepe, e presso la siepe è una pozza d'acqua, con
            un'anitra che diguazza e magari qualche anatrino, e sopra la pozza si china un salice rattrappito. Sì,
            e c'è anche un cane, che abbaia a tutti quelli che vengono, uno per uno.
                   Una casina proprio a quel modo c'era una volta in campagna; e in essa abitavano due
            vecchietti, un contadino e sua moglie. Per quanto poco uno possieda, di qualchecosa può pur
            sempre far senza; e nel caso dei nostri vecchietti, questo qualchecosa era un cavallo, il quale
            campava dell'erba che trovava sull'orlo del fossato, lungo la strada maestra. Il vecchio capoccia lo
            montava per andare alla città, e lo prestava ai vicini, i quali ne lo ricambiavano con qualche altro
            piccolo servigio. Sarebbe stato  però meglio venderlo, o scambiarlo con qualcosa che desse loro
            maggior guadagno. Già, ma con che, per esempio?
                   «Farai tu, che sai meglio, babbino!» — disse la massaia. «È appunto giorno di fiera in città;
            e tu va, e fattelo pagare in danaro, oppure fa' un buon baratto. Quel che fai tu è sempre ben fatto.
            Va' va' al mercato.»
                   Gli legò il fazzoletto al collo, perchè questo lo sapeva far meglio lei; gli fece un bel fiocco
            doppio, dandogli così una cert'aria di eleganza, gli spolverò il cappello, lisciandolo con la mano, e
            poi gli diede un bacio. Ed egli se ne andò allegramente, sul cavallo che doveva essere venduto o
            barattato. Sì, il vecchio babbo sapeva il fatto suo.
                   Il sole bruciava, e in cielo non si vedeva nemmeno una nuvoletta. La strada era tutta un
            polverìo. Quelli che andavano alla fiera, a cavallo, in carrozza  o con le proprie gambe, si
            affollavano per la via maestra, di solito così deserta. Faceva un caldo soffocante e non c'era un filo
            d'ombra, per tutta la strada.
                   Il nostro vecchio amico incontrò un contadino che menava una vacca; ma era la più bella
            vacca che si potesse vedere. «Quella lì deve dare un ottimo latte,» — pensò: «forse che si possa fare
            un buon baratto!» — «Senti un po', tu della vacca!» chiamò egli: «Vuoi che facciamo due parole?
            Ecco qui: un cavallo, direi, val più d'una vacca; ma, tant'e tanto la vacca mi fa più comodo. Vuoi
            che barattiamo?»
                   «Ben volentieri!» — rispose l'uomo della vacca; e così fecero.
                   L'affare era conchiuso, ed il contadino sarebbe potuto tornare indietro, poi che il suo viaggio
            non aveva più scopo; ma oramai, una volta stabilito di andare alla fiera, volle andarci, così, per dare
            un'occhiata; e tirò innanzi con la sua vacca. Camminava spedito, spedito andava l'animale, e così
            avvenne che di lì a poco raggiunsero un uomo che menava una pecora. Era una bella pecora, ben
            pasciuta, con una bellissima lana.
                   «Eppure, mi piacerebbe averla!» — pensò il contadino. «Sull'orlo del nostro fosso, l'erba
            non le mancherebbe, e l'inverno si potrebbe tenerla in casa. In fondo, per noi sarebbe più pratico
            avere una pecora che una vacca. S'ha a far baratto?»
                   Naturalmente, l'uomo della pecora fu più che contento, e così il cambio fu conchiuso, ed il
            contadino continuò la via con la sua pecora.
                   Da un sentiero, che metteva capo alla strada maestra, vide venire un uomo con una grossa
            oca sotto al braccio.
                   «È un bel peso codesto, che tu porti!» —  gli disse il vecchio: «Quante penne, e quanta
            ciccia! Farebbe bella figura, posta a diguazzare nella nostra pozza col suo bravo nastro alla zampa!

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