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40 Novelle Hans Christian Andersen
E così fu: perchè le guardie obbedirono a colui ch'esse sapevano fidanzato alla principessa.
«Tremi tutto!» — disse la principessa quando l'ombra si recò da lei: «Che cos'hai? Che cos'è
accaduto? Per carità, non ammalare proprio oggi, che si debbono far le nozze!»
«Mi è toccata la cosa più terribile che mi potesse capitare!» — disse l'ombra: «Ma pensa!
Oh, una povera testa leggera come quella non poteva reggere a tanti mutamenti! Figurati che la mia
ombra è impazzita, e s'immagina d'esser divenuta un uomo di carne ed ossa, e che io — figurati! —
sia la sua ombra!»
«Ah, ma è terribile davvero!» — disse la principessa: «E spero bene che l'avranno
rinchiusa.»
«Certamente. Temo pur troppo che non guarisca più!»
«Poveretta!» — esclamò la principessa: «È proprio una sventura. Sarebbe quasi opera
pietosa liberarla da quest'ombra di vita. Anzi, più ci penso e più mi convinco della necessità di
metterla fuor di questione alla chetichella.»
«È veramente un grande dolore per me: mi ha servito fedelmente per tanti anni...» disse
l'ombra, e finse di sospirare.
«Tu hai un nobile carattere!» — disse la principessa al suo promesso sposo.
La sera tutta la città fu illuminata: furono tirati cento e cento colpi di cannone — bum! bum!
— e i soldati presentarono le armi. Quelle furono feste di nozze! La principessa e l'ombra si
affacciarono al balcone di mezzo del palazzo, per ricevere il saluto del popolo con un'altra salva di
applausi.
Ma l'uomo dotto nulla sentì di quelle feste, di quella allegria; perchè, senza tanti discorsi, la
mattina presto lo avevano impiccato.
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