Page 149 - 40 Novelle
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40 Novelle                                                              Hans Christian Andersen

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            C'è un silenzio di morte a Soröe!» . — E si tramutò in una ranocchia: «Quac!» — e poi tornò da
            capo una vecchia contadina. «Bisogna mutar veste secondo il tempo,» — disse: «Ah, quant'acqua,
            quant'acqua! La mia città è per l'appunto come una bottiglia: si va dentro per il collo e per il collo
            bisogna tornar fuori. Una volta, ci avevo certi ranocchini; ed ora in fondo alla bottiglia ho i miei
            ragazzi con le guance bianche e rosse, i miei ragazzi che imparano la saviezza, e il greco e l'ebraico.
            Quant'acqua, quant'acqua! Quac!»
                   Il verso somigliava tal quale il verso delle rane, e quel rumorino che fan gli stivaloni di uno
            che cammini in un pantano: era sempre la stessa nota, così monotona e noiosa, che il piccolo Tuk si
            addormentò placidamente: e del resto, il dormire non gli faceva male di sicuro!
                   Ma anche nel sonno, ebbe un sogno — o se non era un sogno, gli somigliava assai. La sua
            sorellina Gustava, dagli occhi azzurri e dai riccioli biondi, era divenuta ad un tratto una giovinetta
            alta e snella; e, senz'aver le ali, pur sapeva volare. E volavano insieme sopra l'isola di Seeland, sopra
            le verdi foreste e i laghi azzurrini.
                   «Senti il gallo che canta, piccolo Tuk? Chicchirichiiii! Le galline spiccano il volo dalla città
            di Kjöge. Avrai un bel pollaio, un bel pollaio  grande grande: non patirai, no, la fame; non ti
            mancherà nulla. Quando tirerai, colpirai nel segno, come nel bersaglio di Prästoe, e diverrai ricco, e
            sarai felice. La tua casa si alzerà come la torre del Re Waldemaro, e sarà adorna magnificamente di
            statue di marmo, come quelle del grande Thorvaldsen. Chi ha orecchi da intendere intenda. Il tuo
            nome volerà sull'ali della fama, e farà il giro del mondo, come la nave che doveva salpare da
            Corsör.»
                   «Non dimenticare il nome delle città!» — raccomandò Re Hroar: «Parla bene e con buon
            senso, piccolo Tuk; e quando alla fine scenderai nella tomba, dormirai placidamente...»
                   «Come se fossi a Soröe, nella piccola città del silenzio!» — disse Tuk e si destò. Il sole era
            già alto, ed egli non ricordava nulla nulla del suo sogno. Ma non era punto necessario, perchè non
            c'è bisogno di sapere quello che ci accadrà poi.
                   Balzò in fretta dal letto, e rilesse il suo libro... e tutt'ad un tratto si avvide che sapeva la
            lezione dalla prima parola all'ultima. Anche la vecchia lavandaia fece capolino all'uscio, salutò con
            un cenno affettuoso, e disse:
                   «Grazie, caro bambino buono, dell'aiuto che mi hai dato ieri. Faccia Iddio che tutti i tuoi
            sogni più belli divengano realtà!»
                   Il piccolo Tuk non sapeva davvero quel che avesse sognato; ma c'è Uno lassù, che sa tutto.































                   (28)  Soröe è una tranquilla cittadina, circondata da foreste e da laghi, ma molto umida. Lodovico Holberg, il
            Goldoni della Danimarca, creatore del teatro nazionale, storico,  poeta satirico ed epico, morto nel  1754, vi fondò
            un'accademia, dove insegnarono anche i due poeti amici dell'Andersen, Giovanni Hauch e Bernardo Ingemann.
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