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            teneva sul dinanzi della sua sella; e così di galoppo traversarono il bosco ch'è vicino alla vecchia
            città di Wordingborg; e Wordingborg gli parve molto grande e piena di movimento. Sul castello del
            Re si ergevano alte le torri, e da ogni finestra veniva un torrente di luce; dentro, si sentivano suoni e
            canti, e il Re Waldemaro, e le giovani damigelle d'onore con i ricchi vestiti di broccato dai vivaci
            colori, ballavano allegramente. Venne la mattina, e, appena sorto il sole, tutta la città ed il castello
            del Re rovinarono improvvisamente; le torri precipitarono una dopo l'altra, e alla fine non ne rimase
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            ritta che una sola, sul poggio dov'era un tempo il castello . La città apparve allora molto piccola e
            povera: i ragazzi di scuola, che passavano con i loro quaderni sotto il braccio, dicevano: «Duemila
            abitanti!» — ma non è vero, perchè la città non ne conta nemmeno tanti.
                   Il piccolo Tuk stava nel suo lettino: gli pareva di sognare, e pure no, non sognava; e
            qualcuno gli stava accosto accosto.
                   «Piccolo Tuk! piccolo Tuk!» — diceva la voce. Era un marinaio — oh, un omettino piccino,
            che pareva quasi un ragazzo, un mozzo; ma non era un mozzo. «Ti porto un saluto da Corsör, è una
            città, questa, che è in grande progresso; una città piena di vita, dove ci son battelli a vapore e
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            tramvie. Un tempo la dicevano brutta; ma ora non si può più dire davvero!» .
                   «Sono vicina al mare,» — diceva Corsör, «sono fornita di belle strade larghe e di giardini
            pubblici, e ho dato i natali ad un poeta pieno di spirito e divertentissimo... e non di tutti i poeti si
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            può dire altrettanto! . Una volta, volevo costruire un bastimento che avesse a fare il giro del
            mondo; poi non feci nulla, quantunque avessi potuto farlo benissimo. Ma ho uno squisito profumo,
            perchè proprio vicino alle mie porte crescono le più belle rose.»
                   Il piccolo Tuk sbarrava tanto d'occhi e vedeva le rose; ma tutto gli si confondeva in un
            colore rosso, da prima, e poi verde. Quando la confusione dei colori fu un po' passata, si mutò a un
            tratto in un declivio boscoso, vicino ad un piccolo golfo; e su in alto, in cima al declivio, stava una
            magnifica chiesa antica, con due torri aguzze. Fuori da questo colle, sgorgavano masse d'acqua in
            grandi colonne, così che c'era un continuo fragore; e lì, proprio accanto, stava un vecchio Re con la
            corona d'oro sui lunghi capelli canuti: era il Re Hroar (ch'è quanto dire il Re Fragore) Hroar delle
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            cascate vicino alla città di Roeskilde , com'è ora chiamata. E su per il colle e dentro all'antica
            chiesa andavano tutti i Re e le Regine di Danimarca, tenendosi per mano, tutti con la corona d'oro in
            capo; e l'organo sonava, e le cascate rumoreggiavano. Il piccolo Tuk vedeva e sentiva tutto.
                   «Non ti dimenticare l'Assemblea degli Stati!» — disse il Re Hroar.
                   In un baleno, tutto era svanito: ma dove mai?  Gli sembrava di assistere ad un gioco di
            prestigio. Ed ecco ora una vecchia contadina col sarchiello in mano per sarchiare le male erbacce:
            veniva da Soröe, dove l'erba cresce persino sulla piazza del mercato. Aveva un grembiale di
            cotonina grigia gettato sul capo e sulle spalle, e il grembiale  era tutto bagnato. Doveva esser
            piovuto.
                   «Se è piovuto!...» disse la contadina; e sapeva tante belle  cosine delle commedie del
            Holberg, e sapeva di Wlademaro e di Assalonne. Ma tutto a un tratto, si accoccolò e incominciò a
            tendere il collo, come se volesse spiccare un salto. «Quac!» — diss'ella: «Quant'acqua, quant'acqua!




                   (24)  Wordinborg sino al tempo di. Re Waldemaro IV (1315-1375) era città di qualche importanza: ora non ha
            altro di notevole che quell'unica torre solitaria, e pochi avanzi di un muro smantellato, nel luogo dov'era il castello.
                   (25)  Corsör sul Gran Belt era detta un tempo, prima dell'invenzione dei piroscafi, la più noiosa città della
            Danimarca, perchè i viaggiatori dovevano spesso trattenersi colà in attesa del vento favorevole.
                   (26)  Il famoso poeta Jens Baggesen (ch'era tra i commensali del Siboni quando il giovane Andersen andò a
            supplicare il maestro italiano d'insegnargli a cantare) nacque appunto a Corsör nel 1764; morì nel 1826 ad Amburgo,
            senza poter tornare nella sua Danimarca, che tanto si struggeva di rivedere.
                   (27)  Roeskilde — da Rose-Kilde, fonte delle rose, corrotto poi in Rothskild — era un tempo capitale della
            Danimarca. La città prese nome dal Re Hroar e dalle molte sorgenti vicine. Nella magnifica cattedrale sono i sepolcri di
            molti re danesi. In Roeskilde aveva luogo l'Assemblea degli Stati Danesi, e per ciò ivi fu stretto il trattato del 1668, col
            quale la Danimarca cedette alla Svezia tanta parte del suo territorio.
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