Page 31 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA VEDE
mo stanchi o ci sentiamo pieni di energia. Questi cambiamenti
giornalieri nel comportamento del nostro organismo vengono
detti ritmi circadiani, poiché si alternano, all’incirca in un ciclo
di ventiquattro ore, anche se ci troviamo in una stanza chiusa
nella quale non giunge mai la luce del Sole. Viaggiare in aereo a
una distanza di mezzo mondo mette il nostro orologio circadia
no fuori sincrono con i segnali giorno-notte: è il fenomeno che
chiamiamo jet lag. L’orologio circadiano può essere resettato
dalla luce, anche se per farlo occorrono alcuni giorni. Questo
è anche il motivo per cui trascorrere il tempo all’esterno aiuta
a riprendersi più velocemente dal jet lag, rispetto a rimanere al
buio in una stanza di albergo.
Il criptocromo è il recettore per la luce blu responsabile
principale del ripristino del nostro orologio circadiano median
te la luce. Il recettore assorbe la luce blu e quindi segnala alla
cellula che è giorno. Anche le piante hanno orologi circadiani
interni che regolano molti loro processi, fra cui i movimenti
delle foglie e la fotosintesi. Se modifichiamo artificialmente il
ciclo giorno-notte della pianta, anche questa subisce un jet lag
(ma non diventa irritabile), e per ripristinarlo occorrono alcu
ni giorni. Per esempio, se le foglie di una pianta si chiudono
normalmente nel tardo pomeriggio e si aprono al mattino, in
vertire il suo ciclo luce-ombra porterà inizialmente all’apertura
delle sue foglie al buio (nel momento che per la pianta era di
norma giorno) e a chiuderle alla luce (nel momento che invece
per la pianta era solitamente notte). Questa apertura e chiusu
ra delle foglie si riadatterà a nuovi schemi luce-buio nel volge
re di pochi giorni.
Il criptocromo delle piante,14 proprio come quello dei mo
scerini della frutta e dei topi, svolge il ruolo principale nel co
ordinare i segnali provenienti dalla luce esterna con l’orologio
interno. A questo livello base di controllo dei ritmi circadiani
da parte della luce blu, le piante e gli animali “vedono” essen
zialmente alla stessa maniera. Dal punto di vista evoluzioni
stico, questa straordinaria conservazione della funzione del
criptocromo non è, in realtà, così sorprendente. Nel corso
dell’evoluzione degli organismi unicellulari, gli orologi circa
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