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QUEL CHE UNA PIANTA VEDE


             mo stanchi o ci sentiamo pieni di energia. Questi cambiamenti
             giornalieri nel comportamento del nostro organismo vengono
             detti ritmi circadiani, poiché si alternano, all’incirca in un ciclo
             di ventiquattro ore, anche se ci troviamo in una stanza chiusa
             nella quale non giunge mai la luce del Sole. Viaggiare in aereo a
             una distanza di mezzo mondo mette il nostro orologio circadia­
             no fuori sincrono con i segnali giorno-notte: è il fenomeno che
             chiamiamo jet lag. L’orologio circadiano può essere resettato
             dalla luce, anche se per farlo occorrono alcuni giorni. Questo
             è anche il motivo per cui trascorrere il tempo all’esterno aiuta
             a riprendersi più velocemente dal jet lag, rispetto a rimanere al
             buio in una stanza di albergo.
                Il criptocromo è il recettore per la luce blu responsabile
             principale del ripristino del nostro orologio circadiano median­
             te la luce. Il recettore assorbe la luce blu e quindi segnala alla
             cellula che è giorno. Anche le piante hanno orologi circadiani
             interni che regolano molti loro processi, fra cui i movimenti
             delle foglie e la fotosintesi. Se modifichiamo artificialmente il
             ciclo giorno-notte della pianta, anche questa subisce un jet lag
             (ma non diventa irritabile), e per ripristinarlo occorrono alcu­
             ni giorni. Per esempio, se le foglie di una pianta si chiudono
             normalmente nel tardo pomeriggio e si aprono al mattino, in­
             vertire il suo ciclo luce-ombra porterà inizialmente all’apertura
             delle sue foglie al buio (nel momento che per la pianta era di
             norma giorno) e a chiuderle alla luce (nel momento che invece
             per la pianta era solitamente notte). Questa apertura e chiusu­
             ra delle foglie si riadatterà a nuovi schemi luce-buio nel volge­
             re di pochi giorni.
               Il criptocromo delle piante,14 proprio come quello dei mo­
             scerini della frutta e dei topi, svolge il ruolo principale nel co­
             ordinare i segnali provenienti dalla luce esterna con l’orologio
             interno. A questo livello base di controllo dei ritmi circadiani
             da parte della luce blu, le piante e gli animali “vedono” essen­
             zialmente alla stessa maniera. Dal punto di vista evoluzioni­
             stico,  questa straordinaria conservazione della funzione del
             criptocromo non è, in realtà,  così sorprendente.  Nel corso
             dell’evoluzione degli organismi unicellulari, gli orologi circa­


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