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QUEL CHE UNA PIANTA VEDE
gando è il fitocromo. Le piante fioriscono e producono i semi
in autunno prima dell’arrivo delle nevi. Ma come fanno a sape
re che è autunno? A dire loro che le notti si stanno allungando
è sempre il fitocromo.
Cosa vedono le piante e cosa vedono gli esseri umani
Per sopravvivere, le piante devono essere consapevoli del
la dinamicità dell’ambiente visibile intorno a loro. E per farlo
devono conoscere la direzione, la quantità, la durata e il colore
della luce che le circonda. Le piante captano indubbiamente
le onde elettromagnetiche della luce visibile (e invisibile). Ma
mentre noi possiamo captare le onde elettromagnetiche com
prese in uno spettro relativamente ristretto, le piante captano
anche quelle di lunghezza d’onda più lunga e più corta. Però,
anche se percepiscono uno spettro più ampio del nostro, le
piante non vedono per immagini, dal momento che non hanno
un sistema nervoso che traduca i segnali luminosi in queste ul
time. Piuttosto, traducono i segnali luminosi come indicazioni
differenti per la crescita. Le piante non hanno occhi, proprio
come noi non abbiamo foglie.*
Ma sia noi sia le piante siamo in grado di captare la luce.
La vista non è soltanto la capacità di captare le onde elet
tromagnetiche, ma anche quella di reagire a esse. I coni e i ba
stoncelli della nostra retina captano il segnale luminoso e tra
sferiscono questa informazione al cervello, e noi reagiamo di
conseguenza. Anche le piante sono in grado di tradurre il se
gnale visivo in una istruzione fisiologicamente riconoscibile.
Non era sufficiente che le piante di Darwin vedessero la luce
con le loro estremità; dovevano assorbirla e poi tradurla in una
istruzione che dicesse alla pianta di piegarsi. Avevano la neces
sità di reagire alla luce. I complessi segnali che hanno origine
dai vari fotorecettori permettono a una pianta di modulare la
* Le alghe verdi, le forme più primitive di piante, hanno un organulo chia
mato macchia oculare [o stigma] che consente alle cellule di avvertire i cam
biamenti nella direzione e nella intensità della luce. Queste macchie oculari11
sono state considerate la forma più semplice di occhio esistente in natura.
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