Page 29 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA VEDE

             gando è il fitocromo. Le piante fioriscono e producono i semi
             in autunno prima dell’arrivo delle nevi. Ma come fanno a sape­
             re che è autunno? A dire loro che le notti si stanno allungando
             è sempre il fitocromo.


             Cosa vedono le piante e cosa vedono gli esseri umani

                Per sopravvivere, le piante devono essere consapevoli del­
             la dinamicità dell’ambiente visibile intorno a loro. E per farlo
             devono conoscere la direzione, la quantità, la durata e il colore
             della luce che le circonda. Le piante captano indubbiamente
             le onde elettromagnetiche della luce visibile (e invisibile). Ma
             mentre noi possiamo captare le onde elettromagnetiche com­
             prese in uno spettro relativamente ristretto, le piante captano
             anche quelle di lunghezza d’onda più lunga e più corta. Però,
             anche se percepiscono uno spettro più ampio del nostro, le
             piante non vedono per immagini, dal momento che non hanno
             un sistema nervoso che traduca i segnali luminosi in queste ul­
             time. Piuttosto, traducono i segnali luminosi come indicazioni
             differenti per la crescita. Le piante non hanno occhi, proprio
             come noi non abbiamo foglie.*
                Ma sia noi sia le piante siamo in grado di captare la luce.
                La vista non è soltanto la capacità di captare le onde elet­
             tromagnetiche, ma anche quella di reagire a esse. I coni e i ba­
             stoncelli della nostra retina captano il segnale luminoso e tra­
             sferiscono questa informazione al cervello, e noi reagiamo di
             conseguenza. Anche le piante sono in grado di tradurre il se­
             gnale visivo in una istruzione fisiologicamente riconoscibile.
             Non era sufficiente che le piante di Darwin vedessero la luce
             con le loro estremità; dovevano assorbirla e poi tradurla in una
             istruzione che dicesse alla pianta di piegarsi. Avevano la neces­
             sità di reagire alla luce. I complessi segnali che hanno origine
             dai vari fotorecettori permettono a una pianta di modulare la

             * Le alghe verdi, le forme più primitive di piante, hanno un organulo chia­
             mato macchia oculare [o stigma] che consente alle cellule di avvertire i cam­
             biamenti nella direzione e nella intensità della luce. Queste macchie oculari11
             sono state considerate la forma più semplice di occhio esistente in natura.


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