Page 25 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA VEDE

             no. E così via. Non stiamo parlando di grandi quantità di luce;
             sono sufficienti pochi secondi di luce di un colore o dell’altro.
             E come un interruttore attivato dalla luce: la luce rossa accen­
             de la fioritura; la luce rosso lontana la spegne. Se accendete e
             spegnete l’interruttore abbastanza rapidamente, non succede
             nulla. A un livello più filosofico, potremmo dire che la pianta
             ricorda l’ultimo colore che ha visto.
                All’epoca in cui John E Kennedy veniva eletto presidente,
             Warren L. Butler e alcuni suoi colleghi8 dimostrarono che di
             questi effetti sulle piante della luce rossa e rosso lontana era
             responsabile un fotorecettore, che chiamarono  “fitocromo”,
             ovvero  “colore della pianta”. Nella sua descrizione più sem­
             plice, il fitocromo è un interruttore attivato dalla luce. La luce
             rossa attiva il fitocromo, trasformandolo in una forma adat­
             tata a ricevere la luce rosso lontana. Quest’ultima inattiva il
             fitocromo, trasformandolo in una forma adattata a ricevere la
             luce rossa. Dal punto di vista ecologico, tutto ciò ha perfetta­
             mente senso. In natura, l’ultima luce che ogni pianta vede al
             termine del giorno è quella rosso lontana, che rappresenta il
             segnale di “spegnimento”  del vegetale. Al mattino, quest’ul­
             tima vede la luce rossa, e si risveglia.  In questa maniera una
             pianta misura quanto tempo prima ha visto per l’ultima volta
             la luce rossa e adatta di conseguenza la propria crescita. Ma
             quale parte della pianta vede la luce rossa e la luce rosso lon­
             tana, per regolare la fioritura?
                Dagli  studi  di  Darwin  sul  fototropismo  sappiamo  che
             1’“occhio”  di una pianta si trova alla sua estremità superiore,
             mentre la reazione alla luce avviene nello stelo. Così potrem­
             mo concluderne che Inocchio” per il fotoperiodismo si trova
             anch’esso sull’estremità della pianta. Sorprendentemente, non
             è così. Puntando in piena notte un fascio di luce su parti diverse
             della pianta, si scopre che è sufficiente illuminare una qualsiasi,
             singola foglia per regolare la fioritura dell’intera pianta. D ’al­
             tro canto, se tutte le foglie vengono tagliate, lasciando soltan­
             to lo stelo e l’apice, la pianta rimane cieca a qualsiasi bagliore
             luminoso, anche se viene illuminata per intero. Se il fitocromo
             di una singola foglia vede la luce rossa nel pieno della notte, è


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