Page 16 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA SA


               sciuta fino a sovrastarle, sottraendo loro la luce. E sanno quanto
               a lungo sono rimaste accese le nostre lampade.
                 Ma questa può essere davvero considerata la  “vista delle
               piante”? Prendiamo in esame, anzitutto, cos’è la vista per noi.
               Immaginate un cieco dalla nascita, che vive nell’oscurità asso­
               luta. E adesso immaginate che a questa persona venga fornita
               la capacità di distinguere fra la luce e l’ombra. Ora sarebbe in
               grado di discernere fra la notte e il giorno, fra l’interno e l’e­
               sterno, e i nuovi sensi potrebbero essere certamente considera­
               ti una vista rudimentale, garantendole nuovi livelli funzionali.
               Poi immaginate che questa stessa persona diventi in grado di
               distinguere i colori, e di vedere il blu del cielo e il verde delle
               piante. Ovviamente, questo sarebbe un gradito miglioramento
               rispetto alle tenebre o alla capacità di percepire soltanto il bian­
               co o il grigio. Penso che potremmo tutti concordare sul fatto
               che questo cambiamento fondamentale -  dalla totale cecità al­
               la visione dei colori -  costituisca la “vista” di questa persona.
                 Il Merriam-Webster’s definisce la  “vista”  come  “il senso fi­
               sico mediante il quale gli stimoli luminosi ricevuti dall’occhio
               vengono interpretati dal cervello ed elaborati in una rappresen­
               tazione della posizione, della forma, della luminosità e di nor­
               ma anche del colore degli oggetti nello spazio”.1 Noi vediamo
               la luce compresa in quello che definiamo “spettro visivo”. La
               parola “luce” è un sinonimo comune e comprensibile di “on­
               de elettromagnetiche dello spettro visibile”. Ciò significa che
               presenta proprietà condivise con tutti gli altri tipi di segna­
               li elettrici, come le microonde e le onde radio. Le onde radio
               per gli apparecchi AM sono molto lunghe, circa 800 metri, ed
               è per questo motivo che le antenne radio sono piuttosto alte.
               Per contro, le onde dei raggi x sono molto, molto corte, un tri­
               lione di volte più corte di quelle radio, e questo consente loro
               di attraversare tanto facilmente il nostro corpo.
                  Le onde luminose si collocano nel mezzo, e hanno una lun­
               ghezza d’onda compresa fra 0,0000004 e 0,0000007 metri. La
               luce blu ha la lunghezza d’onda più corta, mentre la luce rossa
               possiede quella più lunga, con verde, giallo e arancio al centro
               (è per questo motivo che lo schema dei colori degli arcobaleni


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