Page 83 - Via Crucis
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Un contratto segreto pronto con Philip Morris
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il fumo di tabacco
rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte
evitabile. Per l’Oms quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno a causa dei
danni da tabagismo. Fra le vittime accertate, oltre 600mila sono non fumatori esposti al
fumo passivo. Quindi ogni 6-7 secondi una persona viene uccisa dal fumo nel nostro
pianeta. Si tratta a tutti gli effetti di un’epidemia.
Per questo motivo la vendita di tabacco è considerata l’attività commerciale più
negativa dagli uomini di Francesco. Sostenere o anche solo tollerare il fumo che
provoca tumori non può essere avallato dal Vaticano. Vendere tabacco è l’attività più
distante dalla missione della Chiesa e la più foriera di rischi per la sua immagine e la
sua reputazione.
Rischi che non sono solo teorici ma anche pratici. Si percepisce con chiarezza nel
tardo pomeriggio del 18 novembre 2013, quando Sabatino Napolitano del dipartimento
dei servizi economici del Governatorato e il dirigente Enrico Bartelucci illustrano per
oltre due ore agli esperti di Ernst & Young le varie attività commerciali presenti nel
piccolo Stato. I due non lo sanno ma i commissari di Cosea attendono con ansia le
risposte che forniranno sulla vendita di tabacco, dopo aver rintracciato alcuni
sorprendenti documenti riservati che hanno fatto scattare l’allarme tra i collaboratori
del papa.
I due dirigenti laici della curia si mostrano rassicuranti. Garantiscono che «la Città del
Vaticano – si legge nel report stilato subito dopo l’incontro – non effettua attività
promozionali sul tabacco». Non fa pubblicità. Non promuove il fumo. Non incentiva la
vendita di sigarette. Si limita quindi alla pura commercializzazione? La verità
purtroppo non è questa. Il Vaticano, come qualunque altro Stato, ha un forte interesse a
vendere il maggior numero di pacchetti di sigarette. È quello che emerge con chiarezza
da una corrispondenza del febbraio 2013 che mesi dopo finirà al vaglio degli uomini di
Francesco.
Sono gli ultimi giorni del pontificato di Benedetto XVI. L’11 febbraio 2013 il papa
annuncia le dimissioni lasciando sorpresi e smarriti i fedeli fuori e dentro le mura, e in
ogni angolo del mondo. Negli stessi giorni arrivano in curia proposte di affari non
proprio in linea con il Vangelo. Il 21 febbraio uno dei fornitori di sigarette del Vaticano
manda una email alla direzione del Governatorato (vedi documento pubblicato in
appendice). L’oggetto è assai esplicito: «Accordi 2013». Nel testo sono indicati con
precisione tutti i benefit che verranno concessi raggiungendo certe soglie di vendita:
Gentile direzione, a seguito della telefonata intercorsa vi confermo quanto segue:
1. Bonus target
– fatturato annuale di 1.700.000,00 euro 12.000
– fatturato annuale di 1.800.000,00 euro 14.000