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sono numerose. In Vaticano sembra che la corsa all’acquisto sfrenato sia una costante.

          Vescovi e cardinali hanno una passione smodata per televisori di ultima generazione e
          per  i  più  sofisticati  mezzi  elettronici.  Abbiamo  numeri  che  parlano  da  soli.  Del
          problema si erano già accorti gli esperti della società RB Audit Italia che il 9 ottobre

          2013 avevano predisposto un primo report informale.
            «È anomalo – scrive il consulente Salvatore Colitta – che nel settore dell’elettronica
          di largo consumo verso un unico fornitore, per di più a dimensione locale, si concentri
          un fatturato di oltre 4,8 milioni di euro.» Come mai una cifra così alta nelle mani di un
          unico fornitore? Sarebbe meglio stipulare «accordi con le case costruttrici – prosegue il

          report – che consentirebbero di ottenere migliori condizioni d’acquisto con conseguenti
          prezzi di vendita più competitivi e miglioramento dei margini».
            Come se non bastasse si scopre che i negozi del Vaticano, che offrono merci a prezzi

          ridotti,  sono  affollati  di  clienti  che  acquistano  non  sempre  possedendo  i  requisiti
          necessari.  Per  poter  comprare  in  questi  esercizi  commerciali  bisogna  avere  a
          disposizione una «tessera d’acquisto» riservata di norma ai dipendenti e agli abitanti
          del  piccolo  Stato.  I  primi  sono  cinquemila,  i  cittadini  sono  appena  836.  In  tutto
          dovrebbero  essere  attive  circa  seimila  tessere,  a  essere  approssimativi  per  eccesso

          visto  che  molti  cittadini  lavorano  proprio  in  Vaticano  e  quindi  rientrano  nel  primo
          gruppo.  In  realtà,  il  numero  di  tessere  attive  è  di  gran  lunga  superiore  e  poco
          giustificabile: ben quarantunomila tessere per altrettanti clienti. In pratica, quasi sette

          volte tanto. Un altro dato incredibile.
            Chi sono i titolari di tutte queste tessere? A che titolo le possiedono? In Vaticano è un
          segreto di Pulcinella: il numero non è noto ma tanti sospettano che la quasi totalità dei
          clienti sia sprovvista dei requisiti per comprare entro le mura. Eppure nessuno protesta.
          Anzi, sono tutti contenti: i clienti effettuano acquisti a prezzi impensabili in ogni altro

          paese, i dipendenti vedono tutelato il proprio posto in negozio, il Governatorato vede
          garantiti ingenti incassi dalle vendite. Nel 2012 ben 44,5 milioni di euro: 15,3 milioni
          d’incasso  dagli  spacci,  13,1  dal  carburante,  7,8  milioni  dalla  vendita  di  vestiti,  4,8

          dall’elettronica e 3,5 dai tabacchi. Con anomalie e piccoli favoritismi che emergono
          dai dati ancor più precisi raccolti dagli analisti di Ernst & Young Spagna e che siamo
          riusciti ad avere in visione:

            1. Supermercato: margine in calo (ricavi in crescita +9 per cento, ma costi in crescita +17 per cento); più di 17.000
            prodotti per un piano vendita di 900 mq (punto di riferimento per 1000 mq è ~ 10.000 prodotti).
            2. Carburante: 27.000 persone che comprano benzina, con 550 persone che superano il limite di 1800 litri/anno. Il 18
            per cento delle vendite registrato con «carta di servizio» (senza che sia indicato il titolare specifico).
            3. Abbigliamento ed Elettronica: più di 16.000 clienti; più di 22.700 prodotti.
            4.  Tabacchi: più di 11.000 clienti, con 278 che superano il limite di 80 scatole/anno.  Il 14 per cento delle vendite
            registrato con «carta di servizio» (senza titolare specifico).
            5.  Farmacia  e  Profumeria:  diminuzione  delle  entrate  -17  per  cento;  30  per  cento  delle  vendite  provengono  da
            profumeria e cura del corpo; 1900 clienti al giorno.
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