Page 46 - Via Crucis
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I segreti dell’Obolo di san Pietro












          I fasti dei cardinali a canone zero

          Nel cuore pulsante della  Chiesa c’è un buco nero che  Francesco scopre dopo molte
          difficoltà: una malagestione che diventa truffa e raggiro. Grazie alla task force che ha

          messo in piedi con un colpo di mano senza precedenti, il papa riesce ad accertare che i
          costi  della  curia  vengono  sostenuti  impiegando  i  fondi  destinati  ai  bisognosi.  Uno
          scandalo. I soldi che arrivano in Vaticano, mandati dai cattolici di tutto il mondo per le

          opere  di  carità,  non  finiscono  ai  poveri  ma  servono  per  colmare  i  buchi  finanziari
          generati da alcuni cardinali e dagli uomini che controllano l’apparato burocratico della
          Santa sede.
            Jorge  Bergoglio  aveva  scelto  il  nome  di  Francesco  perché  la  missione  della  sua
          Chiesa doveva essere esattamente quella di san Francesco d’Assisi: aiutare i poveri.

          Dal  primo  saluto  in  piazza  San  Pietro  il  papa  rifugge  qualsiasi  orpello  indossando
          spesso abiti dimessi. Invita i senzatetto nella Cappella Sistina e chiede ai responsabili
          degli istituti religiosi e degli enti che fanno riferimento alla  Chiesa di ospitare negli

          immobili  in  disuso  tutti  coloro  che  ne  hanno  bisogno:  nei  palazzi,  nei  convitti,  nelle
          camerate dei grandi seminari rimasti deserti per la crisi delle vocazioni.
            Oltre  al  rigore  e  alla  trasparenza,  povertà  e  carità  sono  le  parole  chiave  del  suo
          linguaggio pastorale e del pontificato.  Con una sensibilità che cerca di trasmettere e
          accrescere  soprattutto  tra  sorelle  e  sacerdoti.  A  iniziare  dalle  piccole  cose,  le  più

          semplici. Come l’utilizzo dell’automobile sul quale si sofferma nell’udienza generale
          del 6 luglio 2013: «A me fa male quando vedo una suora o un prete con la macchina
          ultimo modello – afferma Francesco – ma non si può… La macchina è necessaria per

          fare tanto lavoro, spostarsi di qua e di là… ma prendetene una umile. Se ne volete una
          bella, pensate ai bambini che muoiono di fame… Giustamente a voi fa schifo quando
          vedete un prete o una suora che non sono coerenti». E lui dà il buon esempio. Quando
          va  a  Lampedusa  per  abbracciare  i  profughi  che  arrivano  dall’Africa  usa  una  Fiat
          campagnola messa a disposizione da un cattolico che vive nell’isola, mentre ad Assisi,

          nella  terra  di  san  Francesco,  eccolo  usare  una  piccola  auto,  una  Fiat  Panda.  Perfino
          «quando un prete veronese gli regala una Renault4, il papa accetta ma la trasferisce al

          museo delle automobili papali».       36
            Di  fronte  a  questi  discorsi  e  comportamenti,  inconsueti  per  un  papa,  sono  molti  i
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