Page 42 - Via Crucis
P. 42
I massoni potrebbero infiltrarsi nelle riforme
Nel frattempo, il controllo sulla contabilità delle cause crea irritazione e malumori
all’interno della curia. Così, agli inizi di settembre del 2013, qualche manina gira al
giornalista cattolico Antonio Socci la lettera infuocata che il presidente di Cosea,
Zahra, il 3 agosto, aveva fatto indirizzare al cardinale Versaldi per bloccare i conti. La
missiva finisce fotografata e pubblicata il 6 settembre sul quotidiano «Libero» che
dedica due pagine alla vicenda.
Chi ha passato i documenti alla stampa? L’obiettivo è screditare la sicurezza e la
riservatezza dei membri di Cosea. Francesco teme brutte sorprese tanto che chiede al
maltese Alfred Xuereb, suo segretario privato, di avere chiarimenti da Zahra. Il
colloquio è teso, Zahra capisce che il pontefice è «molto preoccupato», come
racconterà lui stesso dopo l’incontro. Francesco tiene molto alle indagini della
commissione, è ben consapevole che senza un quadro approfondito della situazione
finanziaria ogni riforma è impensabile.
I gesti di fiducia però non mancano: la mattina di sabato 14 settembre il papa accoglie
tutti i membri della commissione alla santa messa che celebra nella cappella di Santa
Marta. È quello il giorno della seconda riunione di Cosea. La richiesta di
partecipazione alla messa per i membri della commissione era partita da don Abbondi,
capoufficio della Prefettura, che comunque non era certo di ricevere il nullaosta in poco
tempo. Solo quattro giorni prima, in extremis, monsignor Xuereb aveva dato l’ok. La
funzione religiosa che si tiene nella residenza personale del papa è sempre molto intima
e riservata a poche persone. Francesco ribadisce così la grande attenzione e la stima
che riserva ai membri di Cosea. Un ulteriore segno che porterà Zahra, il lunedì
successivo, 16 settembre, a inviargli due lettere riservate. La prima è un rapido
aggiornamento sulle inchieste in corso. La seconda, invece, è più delicata. Il presidente
della commissione affronta la questione della fuga di documenti. L’obiettivo esplicito è
quello di rassicurare Francesco, indicando una possibile falla nella sicurezza.
Sua Santità,
vorrei richiamare la vostra preoccupazione sulle questioni relative alla riservatezza e alla sicurezza dei documenti.
Vorrei assicurarvi che stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie connesse alla massima riservatezza e
sicurezza nella circolazione di documenti, tra cui avere una rete dedicata per i telefoni cellulari, un server dedicato
per gli scambi di posta elettronica e l’uso di password. Lo sfortunato incidente di avere una lettera firmata […]
pubblicata su «Libero» il 6 settembre può esser dovuto al fatto che queste lettere erano con buone intenzioni allegate
a una lettera inviata dal cardinale Amato a tutti i postulatori delle cause dei santi sparsi in tutto il mondo. Questo
aumenta il rischio di diffusione di questo documento. Scusandoci per aver causato motivi di preoccupazione, stiamo
ulteriormente stringendo la nostra sicurezza sulla questione delle lettere inviate dalla nostra commissione, ricordando
ai destinatari la massima riservatezza.
Il vostro servo obbediente, Zahra.
La contromisura più immediata verrà decisa in un incontro svoltosi il 12 ottobre 2013
35
nel quale viene costituita una «task force per le comunicazioni» con tre ambiziosi