Page 112 - Via Crucis
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Il buco nero delle pensioni
Una voragine da mezzo miliardo di euro
L’Aldilà, per i credenti di fede cristiana, è il luogo della pace e della liberazione dal
corpo e dal peccato. Eppure l’attaccamento dei cattolici ai mali terreni, da condannare,
sembra essere molto durevole, almeno da quanto emerge dalle tabelle di mortalità
disponibili in curia: i cattolici, soprattutto quelli residenti a Roma, in Vaticano e nel
ricco Occidente, vivono più a lungo, addirittura tra i cinque e i dieci anni più della
media. Un dato sorprendente.
Se la vita terrena si allunga, dovremmo essere tutti più felici. Ma non è così scontato.
Nella Santa sede questo dato statistico, più che dar gioia, preoccupa. Sembra assurdo
ma è proprio così. Il motivo? A chi vive più a lungo, più a lungo bisognerà pagare il
vitalizio, alimentando un buco che si allarga anno dopo anno senza che nessuno se ne
curi. E guai a renderlo pubblico: potrebbe infatti creare tensioni tra i dipendenti entro le
mura leonine. Ve li immaginate manifestazioni e picchetti in Città del Vaticano? Uno
scenario mai visto.
Ad aumentare l’allarme è stato il capo della Prefettura Giuseppe Versaldi, che in
merito alla situazione finanziaria e alle spese, tra cui soprattutto quelle per la gestione
previdenziale, ha paventato addirittura il rischio dell’estinzione degli enti del piccolo
Stato e, di conseguenza, del Vaticano stesso.
Quando qualche dirigente laico getta l’allerta su una preoccupante situazione
finanziaria, in questo caso il Fondo per le pensioni, di norma pochi se ne accorgono e
ancora meno vi rivolgono attenzione. Questo avviene per due motivi: lo scarso senso di
responsabilità di quella nomenclatura ecclesiastica tanto criticata da Bergoglio e il fatto
che le lunghe tonache ridimensionano sempre ciò che i laici sostengono, sebbene
supportati da dati e verifiche contabili. «La Chiesa non è fatta di numeri ma di anime»:
è questa in genere la replica piccata dei porporati quando un funzionario laico si
permette di sollevare una criticità.
È quanto accade nel 2012, quando affiorano le crepe del sistema previdenziale. Il 21
giugno di quell’anno il consultore della Prefettura, Jochen Messemer, interviene alla
riunione dei revisori internazionali. Molti suoi colleghi rimangono letteralmente allibiti
per la gravità della situazione che descrive e per la durezza delle parole del suo
intervento. Cuore del discorso, l’incerto futuro dei vitalizi per gli attuali 1139