Page 107 - Via Crucis
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reddito che però naufragò. Ora, il futuro rimane ancora tutto da scrivere. Se l’azienda

          da una parte «ha provveduto a versare un rimborso spese di 7800 euro (significa 650
          euro al mese)», dall’altra riceve cospicui aiuti. Anche perché nel contratto di comodato
          si legge espressamente che l’azienda agricola «ha facoltà di chiedere il rimborso delle

          spese  sostenute  ovvero,  nel  caso  in  cui  esse  eccedano  l’importo  di  20mila  euro  per
          ciascun intervento, alla prevendita provvista del comodante (cioè la Santa sede, nda) e
          […] alla sua previa autorizzazione». Non è un caso che siano state passate al setaccio
          le  contabilità  della  tenuta  e  i  relativi  movimenti  sul  conto  corrente  numero  19560,
          denominato  «Fondo  lavori  Laurentina»  e  attivo  presso  l’Apsa.  Le  indagini  si  sono

          concentrate su un bonifico di 57.982 euro, ricevuto in accredito il 2 gennaio 2013.
            Da  dove  arrivano  quei  soldi?  Sono  frutto  di  una  commissione  dell’1,5  per  cento
          applicata  dall’Apsa  su  un’operazione  finanziaria  a  favore  della  diocesi  di  Bergamo,

          che tuttavia la diocesi non incasserà mai. Da quanto è stato ricostruito, lo stesso giorno
          3.865.499 euro vengono accreditati sul conto Apsa aperto presso la Bsi Bank di Lugano
          con  riferimento  «diocesi  di  Bergamo,  parrocchia  di  Zogno,  a  favore  di  Casa  Santa
          Maria di Laxolo». Dalle disposizioni contabili interne dell’Apsa sembra che la somma
          sia finita sul conto numero 19412002 della diocesi lombarda operativo presso lo Ior.

          Questo  però  solo  dopo  lo  storno  dei  57.982  euro  messi  a  disposizione  per  le  spese
          della tenuta. Purtroppo da chi arrivi l’ingente somma e perché sia stata trattenuta quella
          commissione, senza fare direttamente il bonifico alla diocesi di Bergamo per la totalità

          dell’importo, non siamo riusciti a scoprirlo.
            Inoltre, sempre al civico 1351 di via Laurentina, risultava avere un magazzino la Edil
          Ars  Srl,  società  specializzata  in  restauro  di  edifici  storici  e  –  per  una  strana
          coincidenza ben evidenziata nella homepage del suo sito – «appaltante di lavori presso
          lo Stato Città del Vaticano nell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica e

          nel Governatorato».
            «Lì avevamo solo un deposito, nulla di più. La nostra sede è un’altra, in via di Porta
          Cavalleggeri 53», dichiarano al telefono. In un palazzo dell’Apsa, guarda caso. Dove

          pagano 30mila euro all’anno di affitto per un ampio spazio commerciale. Oggi la Edil
          Ars non esiste più, assorbita da un’altra azienda, la Ap  Costruzioni  Generali.  Stessa
          tipologia di lavori, stesse persone, stessa sede. Dove? In via di Porta Cavalleggeri. A
          poche centinaia di metri da piazza San Pietro.
            Eppure  quelli  della  Edil  Ars,  secondo  quanto  scriveva  già  nel  2008  Nicora  al

          cardinale Bertone, avevano fatto arrabbiare proprio l’ex presidente dell’Apsa. Erano
          ritenuti troppo «inaffidabili»:

            In  data  17  aprile  2002  monsignor  Carlo  Liberati,  delegato  dell’Apsa  sezione  ordinaria,  stipulò  un  contratto  di
            comodato con la ditta Edil Ars del sig. Angelo Proietti concedendo a titolo gratuito l’occupazione dei capannoni, dei
            magazzini, di un’abitazione e l’uso dell’acqua del pozzo artesiano ivi esistente. In realtà l’occupazione degli spazi da
            parte di Edil Ars andò ben oltre quanto concesso con il comodato, modificando di fatto la destinazione degli ambienti
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