Page 109 - Via Crucis
P. 109

Le colonie del Vaticano in Europa

          L’altra faccia del patrimonio immobiliare vaticano sono le «colonie» che la Santa sede
          conta  all’estero:  società  immobiliari  che  custodiscono  autentici  tesori,  con  oculati
          investimenti nel mattone un po’ ovunque. Dal cuore di Parigi alle case vicino al Tamigi

          a  Londra  fino  ad  appartamenti  da  favola  a  Losanna  e  nel  resto  della  Svizzera,  il
          Vaticano conta innumerevoli proprietà in mezza Europa. Il valore di mercato ammonta a
          circa 591 milioni di euro.

            Al  momento  è  di  dominio  pubblico,  grazie  a  un’accurata  inchiesta  di  Emiliano
                                                           74
          Fittipaldi  sul  settimanale  «l’Espresso»,   l’esistenza  della  finanziaria  Sopridex,  che
          controlla tra i più prestigiosi palazzi del centro di  Parigi, messi a bilancio per 46,8

          milioni  di  euro.  «Il  personale  comprende  un  direttore,  tre  dipendenti,  addetti  alle
          pulizie  –  si  legge  nell’articolo  –  e  la  bellezza  di  sedici  portieri.»  Gli  analisti  di
          Promontory hanno documentato i redditi del personale e dei consulenti. Per la struttura
          si pagano 56mila euro al presidente del consiglio d’amministrazione, 6825 euro ai tre

          consiglieri, tra questi c’era anche Paolo Mennini. Al direttore di Sopridex, Baudouin de
          Romblay, nel 2013 è garantito uno stipendio di 12.956 euro lordi per tredici mensilità.
          Vengono passati al setaccio persino i salari dei sedici portieri che lavorano nei vari
          immobili  di  proprietà:  variano  dai  7  ai  29mila  euro.  Sono  anche  verificati  e

          contabilizzati i 38.563 euro pagati per le relative sostituzioni feriali.  Il 75 per cento
          delle spese di portineria sono a carico degli affittuari mentre il restante viene erogato
          da Sopridex.
            Nella capitale francese il Vaticano possiede ben «500 proprietà raggruppate in diversi

          edifici»,  dal  valore  di  mercato  ben  diverso  da  quello  indicato  in  bilancio.  Nei
          documenti riservati è scritto che il cespite vale dieci volte tanto, ovvero 469 milioni.
          Perché tutta questa differenza? La risposta è abbastanza semplice e deduttiva. È chiaro
          che più viene sottostimato il valore delle proprietà, meno tasse all’erario si pagano nei

          paesi dove sono previste imposte sul mattone.
            In Svizzera è attiva un’altra finanziaria, la Profima Sa. È stata fondata a Losanna nel
          1926, in passato venne utilizzata come cassaforte da  Pio  XI per custodirvi parte dei
          cosiddetti «risarcimenti» ottenuti dall’Italia dopo la firma dei Patti Lateranensi.

            La Profima Sa fa parte di un vero e proprio arcipelago finanziario, costituito da altre
          nove  società:  la  Rieu-Soleil  e  la  Diversa  Sa,  che  si  occupa  di  «gestione  del
          risparmio – si legge negli approfondimenti degli analisti –, detenendo azioni, tra cui una
                                         75
          partecipazione in Roche».  Altre quattro finanziarie hanno nomi quasi identici se non
          fosse  per  l’ultima  lettera  (S.I.  Florimont  B,  S.I.  Florimont  C,  S.I.  Florimont  E,  S.I.
          Florimont  F)  e  sono  in  buona  compagnia  con  altre  tre  «sorelle  siamesi»  (S.I.  Sur
          Collanges A, S.I. Sur Collanges B, S.I. Sur Collanges C). In tutto dieci società nella

          sola Svizzera, che sono riferibili al Vaticano, una rete sofisticatissima che controlla un
   104   105   106   107   108   109   110   111   112   113   114