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Le colonie del Vaticano in Europa
L’altra faccia del patrimonio immobiliare vaticano sono le «colonie» che la Santa sede
conta all’estero: società immobiliari che custodiscono autentici tesori, con oculati
investimenti nel mattone un po’ ovunque. Dal cuore di Parigi alle case vicino al Tamigi
a Londra fino ad appartamenti da favola a Losanna e nel resto della Svizzera, il
Vaticano conta innumerevoli proprietà in mezza Europa. Il valore di mercato ammonta a
circa 591 milioni di euro.
Al momento è di dominio pubblico, grazie a un’accurata inchiesta di Emiliano
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Fittipaldi sul settimanale «l’Espresso», l’esistenza della finanziaria Sopridex, che
controlla tra i più prestigiosi palazzi del centro di Parigi, messi a bilancio per 46,8
milioni di euro. «Il personale comprende un direttore, tre dipendenti, addetti alle
pulizie – si legge nell’articolo – e la bellezza di sedici portieri.» Gli analisti di
Promontory hanno documentato i redditi del personale e dei consulenti. Per la struttura
si pagano 56mila euro al presidente del consiglio d’amministrazione, 6825 euro ai tre
consiglieri, tra questi c’era anche Paolo Mennini. Al direttore di Sopridex, Baudouin de
Romblay, nel 2013 è garantito uno stipendio di 12.956 euro lordi per tredici mensilità.
Vengono passati al setaccio persino i salari dei sedici portieri che lavorano nei vari
immobili di proprietà: variano dai 7 ai 29mila euro. Sono anche verificati e
contabilizzati i 38.563 euro pagati per le relative sostituzioni feriali. Il 75 per cento
delle spese di portineria sono a carico degli affittuari mentre il restante viene erogato
da Sopridex.
Nella capitale francese il Vaticano possiede ben «500 proprietà raggruppate in diversi
edifici», dal valore di mercato ben diverso da quello indicato in bilancio. Nei
documenti riservati è scritto che il cespite vale dieci volte tanto, ovvero 469 milioni.
Perché tutta questa differenza? La risposta è abbastanza semplice e deduttiva. È chiaro
che più viene sottostimato il valore delle proprietà, meno tasse all’erario si pagano nei
paesi dove sono previste imposte sul mattone.
In Svizzera è attiva un’altra finanziaria, la Profima Sa. È stata fondata a Losanna nel
1926, in passato venne utilizzata come cassaforte da Pio XI per custodirvi parte dei
cosiddetti «risarcimenti» ottenuti dall’Italia dopo la firma dei Patti Lateranensi.
La Profima Sa fa parte di un vero e proprio arcipelago finanziario, costituito da altre
nove società: la Rieu-Soleil e la Diversa Sa, che si occupa di «gestione del
risparmio – si legge negli approfondimenti degli analisti –, detenendo azioni, tra cui una
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partecipazione in Roche». Altre quattro finanziarie hanno nomi quasi identici se non
fosse per l’ultima lettera (S.I. Florimont B, S.I. Florimont C, S.I. Florimont E, S.I.
Florimont F) e sono in buona compagnia con altre tre «sorelle siamesi» (S.I. Sur
Collanges A, S.I. Sur Collanges B, S.I. Sur Collanges C). In tutto dieci società nella
sola Svizzera, che sono riferibili al Vaticano, una rete sofisticatissima che controlla un