Page 39 - Peccato originale
P. 39
La basilica degli orrori
Gli scheletri spariti
In quei mesi di indagini febbrili della magistratura, decido
di andare a visitare la tomba di Renatino De Pedis,
suggello di questo rapporto pericoloso stretto tra il
Vaticano e la peggior malavita. Il mio accompagnatore è
un anziano sacerdote che ha libero accesso alla basilica e
ne conosce bene gli anfratti più nascosti. La sua presenza
non desta sospetti né solleva particolari attenzioni. Così
decide di farmi da guida, rimanendo sempre qualche
passo più avanti, e indicandomi dove e soprattutto quando
seguirlo. Appena entriamo rimango colpito dal silenzio
che mi avvolge e mi mette a disagio. Solo pochi passi e il
prete, all’improvviso, con un breve cenno della mano, mi
chiede di attendere. Passano interminabili minuti, nei
quali non posso che pensare a Emanuela. La immagino
come una ragazza felice e serena strappata all’improvviso
e per sempre alle sue abitudini e alla sua vita normale.
Certamente veniva qui a genuflettersi e a pregare per i
suoi parenti, mamma, papà, fratello e sorella, i nonni, poi,
lasciata la basilica s’infilava nel portone adiacente, correva
spensierata su per la grande scala a destra fino a
raggiungere la tanto amata scuola di musica, l’istituto
«Tommaso Ludovico da Vittoria».
42