Page 253 - Peccato originale
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tanto  della  lobby  gay,  io  ancora  non  ho  trovato  chi  mi
                presenti  la  carta  d’identità  in  Vaticano  con  scritto  “gay”.

                Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con
                una persona così, deve distinguere il fatto di essere un gay

                dal  fatto  di  fare  una  lobby,  perché  nessuna  lobby  è
                buona!».





                  Quando il teologo presentò Eduard, amore della

                                                      sua vita




                Che ci siano molti gay in Vaticano, però, è cosa risaputa da
                decenni.  Uno  di  questi  è  uscito  allo  scoperto,  facendo
                coming out in diretta mondiale il 3 ottobre 2015, a pochi

                giorni dall’apertura del Sinodo per la famiglia. Si tratta di
                monsignor Krzysztof Charamsa, teologo polacco e docente

                universitario  alle  dipendenze  della  Congregazione  per  la
                dottrina della fede, che in una conferenza stampa a pochi
                passi  dal  Vaticano  aveva  presentato  il  suo  compagno

                Eduard ai giornalisti di tutto il mondo. «Esco finalmente
                dall’armadio,  sono  gay  e  questa  è  la  persona  che  amo»

                aveva  affermato  l’ormai  ex  monsignore  che  oggi  vive  a
                Barcellona.  Qualcuno  disse  in  Vaticano  che  con

                quell’uscita  pubblica  voleva  condizionare  i  lavori  del
                Sinodo  per  conto  della  famosa  lobby  gay,  intenzionata  a

                far passare delle aperture per i sacerdoti omosessuali. Sarà
                vero?  Faceva  quindi  anche  lui  parte  della  lobby?
                Intervenne lo stesso Charamsa a chiarire la sua posizione:


                     Nei miei rapporti con il clero, non ho mai fatto parte di nessuna lobby
                     gay né di alcun circolo «nascosto», né sono mai entrato in contatto
                     con gruppi del genere. Forse è proprio per questa ragione che sono
                     rimasto isolato anche nella comunità ecclesiastica. Sono sempre stato
                     un prete profondamente credente, mi attenevo a una rigorosa scala di
                     valori,  nella  quale  non  potevano  avere  spazio  i  gruppi  di  sostegno.
                     Non  ho  mai  voluto  neanche  sapere  chi  fossero  gli  altri  gay  in  abito
                     talare. Volevo tenermi lontano dall’ossessione diffusa: fuori omofobi



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